Cronaca

106 fa il terremoto che sconvolse la Marsica

Il terremoto lesionò le chiese e i conventi di Piglio.

Dopo circa sei anni dal terremoto di Messina, avvenuto il 28 dicembre 1908, l’Italia tornò ad essere funestata da un violentissimo sisma, classificato tra il VI ed il VII grado della scala Mercalli, il 13 gennaio 1915, alle ore 07:52:43.
L’epicentro fu localizzato nella conca del Fucino in Abruzzo, ma l’ondata sismica colpì anche altre zone dell’Italia centrale come il Lazio e le Marche e parte della Campania, con effetti pari o superiori al VII grado della scala Mercalli e per forza distruttiva e numero di vittime, venne classificato tra i principali terremoti avvenuti in territorio italiano.
Nel computo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia le vittime furono 30.519, di cui oltre 10.000 nella sola città di Avezzano.
La scossa fu avvertita anche nella capitale, e parte del Lazio Meridionale, in particolar modo nelle cittadine di: Veroli, Sora, Isola Liri e Castelliri.
A Piglio il terremoto non fece alcuna vittima, ma aveva reso inagibile quasi tutti i luoghi di culto i quali rimasero chiusi fino al 1934.
Sempre in quell’anno l’Impresa Filippo Pacetti di Albano Laziale, sollecitato da Mons. Attilio Adinolfi, Vescovo della Diocesi, riuscì a rendere agibile non solo la Collegiata Santa Maria Assunta ma anche tutte le altre chiese e il Santuario della Madonna delle Rose, con i lavori di consolidamento e di manutenzione che durarono molti anni.
L’unica chiesa agibile fu quella di San Nicola, sita nel Rione Arringo, che rimase aperta al culto per tutte le funzioni religiose.
Successivamente, questi luoghi di culto riportati funzionanti furono interessati nel 1944 da due bombardamenti:
quello dell’8 aprile, di matrice tedesca, che danneggiò la Collegiata Santa Maria Assunta durante le funzioni del Sabato Santo;
quello del 12 maggio, di matrice americana, che distrusse parte della chiesa e del convento di San Lorenzo e rase al suolo il convento e la chiesa di San Giovanni.
Un triste ricordo da non dimenticare.
comunicato stampa a cura di Giorgio Alessandro Pacetti
Redazione

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