Editoriale

Piglio.Due date e due storie da non dimenticare: il 18 marzo 1944 e il 18 marzo 1955.

Il 18 marzo del 1944 venne colpito a morte un soldato tedesco in località “Pompiano”.
La tanto sospirata grazia da parte del maresciallo Kesserling arrivò pochi istanti prima che il plotone di esecuzione si avviasse con dieci ostaggi e raggiungesse il luogo della esecuzione capitale grazie all’interessamento del compianto Mons Attilio Adinolfi, vescovo di Anagni, che salvò 28 persone dalla fucilazione di cui tre di Anagni e venticinque ostaggi di Piglio tutti indenni per il suo eroico intervento, una targa marmorea situata nel liceo “Bonifacio VIII” di Anagni ricorda le gesta di Mons. Adidolfi, nativo di Albano Laziale, Vescovo di Anagni dal 1931 al 1945, che si offrì vittima per evitare la fucilazione dalla repressione dell’invasore, del padre gesuita Hiemer, professore al Pontificio Collegio Leoniano di Anagni e di don Filippo Passa che si adoperarono presso quelle autorità negli alti comandi tedeschi di Roma a chiedere salvezza e strappare alla morte giovani innocenti.
Il numero delle vittime fu ridotto a cinque, fucilati il 6 Aprile ’44 in località Mole di Paliano quasi tutti membri della stessa famiglia Dell’Omo.
I loro nominativi: Antonio Colavecchi, nato il 10 giugno 1914 (anni 29) 2. Alessandro Dell’Omo, nato il 17 ottobre 1926 (anni 17) 3. Alfredo Dell’Omo, nato il 1° maggio 1926 (anni 17) 4. Pietro Dell’Omo, nato il 29 giugno 1894 (anni 49) 5. Romolo Dell’Omo, nato l’11 aprile 1892 (anni 51)
Nel lontano 1955 il giorno 18 del mese di marzo, vigila di San Giuseppe, si verificò un violento scontro di campane

A seguito della ricostruzione della nuova intelaiatura di sostegno delle campane in sostituzione della vecchia e traballante incanstellatura in legno della torre campanaria ella Collegiata Santa Maria Assunta:
il battaglio del campanone di centro, dopo un lungo periodo di letargo, nel suo lieto dondolio di prova, si scontrò tanto forte con la campana mezzana da spezzarle parte del labbro procurando una seria lesione per un difetto di costruzione o di montaggio, oppure perché le misure fornite erano state troppo…corte.
Le cronache di allora addossarono subito la colpa dello scontro all’innocente…metro il quale aveva giocato un tiro birbone raccorciandosi notevolmente nelle mani del misuratore.
L’eccezionale avvenimento suscitò ilarità e scalpore a Piglio e in tutta la Ciociaria sollevando un coro di proteste e di critiche ai responsabili i quali subito ricorsero ai ripari.
La campana mezzana venne rifusa e benedetta e ricollocata al suo posto e come la fine di tutte le favole… tutti vissero felici e contenti.
Due date e due storie da non dimenticare.
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Giorgio Alessandro Pacetti
Redazione

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