Cronaca

Anagni compie 25 anni la lapide dedicata a Monsignor Adinolfi

Mons. Attilio Adinolfi di Albano Laziale, vescovo di Trivento dal 1928 al 1931 e vescovo della Diocesi Anagni dal 1931 al 1945,  si offrì vittima “per evitare la fucilazione dalla repressione dell’invasore” di 28 persone di cui tre cittadini di Anagni (Domenico Bacchetti, Giovanni Floridi e Aristotemo Tordente), e venticinque ostaggi di Piglio, rimasti indenni per il suo eroico e coraggioso intervento, (una targa marmorea situata nel liceo “Bonifacio VIII” di Anagni ricorda l’atto eroico di Mons. Adidolfi così definito il Vescovo della guerra).
Ad Anagni il 7 Giugno 1997  presso la scuola  “Bonifacio VIII” (ex palazzo vescovile) in Piazza Dante  è stato ricordato  mons. Attilio Adinolfi vescovo di Anagni (1931-1945) attraverso una lapide dedicata alla sua memoria alla presenza di mons. Luigi Belloli, del prof. Giampiero Raspa dell’Istituto di storia e di arte del Lazio Meridionale, del prof. Gioacchino Giammaria, del prof. Francesco Malgeri docente di Storia contemporanea alla “Sapienza” di Roma e del prof. Antonio Parisella dell’Università di Parma.
Durante la guerra, aveva detto Raspa, mons. Adinolti, si preoccupò   affinchè ai prigionieri anagnini e pigliesi ed ai loro familiari non mancasse mai il suo conforto, il suo impegno, il suo ardore, il suo entusiasmo durante gli anni difficili della guerra nel prodigarsi nel tentativo di limitare, per quanto possibile, le sofferenze del popolo della sua diocesi.
Mons. Adinolfi, aveva sottolineato Raspa nel suo intervento, si fece fratello ai profughi, ai perseguitati, ai miseri e  si offrì di essere ucciso dai tedeschi al posto di quelle persone, chiedendo poi un atto di clemenza convincendo i tedeschi di non uccidere nessuno negli eventi bellici del 1943-44.
Attilio Adinolfi nacque ad Albano Laziale il giorno 11 novembre 1885, fu ordinato sacerdote il 31 luglio 1908. Era laureato in Teologia, in Filosofia, in Diritto Canonico e Civile, per questo era Avvocato della Sacra Rota.
L’11 marzo 1928 fu consacrato Vescovo e, dopo un mese circa, il 15 Aprile entrò solennemente in Trivento, lungamente atteso, dopo due anni dalla tragica scomparsa del predecessore, e benevolmente accolto, come un vero dono di Dio.
In Diocesi rimase solo tre anni, allorquando fu trasferito alla sede di Anagni.
E’ giustamente ricordato: per il fervore eucaristico che lo spingeva all’adorazione quotidiana, standosene silenzioso e nascosto, in Cattedrale; per la grande devozione al Santo Rosario di Maria; per la continua elargizione di elemosine, fatta in stile manzoniano, cioè con “volto amico” e con “tacere pudico”.
Comunque perenne gratitudine gli è dovuta, ancor più, per la preziosa e inestimabile riscoperta ed apertura della Cripta, dopo averla riportata, da “orrido sepolcro” qual era diventata, al primitivo splendore di autentico gioiello di arte paleocristiana, rivisitato e ampliato in epoca longobarda, con i suoi due rari affreschi murali in stile bizantino, opera di esperti monaci brasiliani.
A Piglio, invece, dopo il suo insediamento alla diocesi di Anagni, Mons. Adinolfi, sapendo che tutte le chiese erano state lesionate dal terremoto del 13 Gennaio 1915 (che rase al suolo la città di Avezzano) ordinò nel 1934 all’Impresa Filippo Pacetti di Albano Laziale presente a Fiuggi Città per i lavori dell’Edificio Scolastico, di andare a Piglio a riparare tutte le chiese a cominciare dalla Collegiata Santa Maria.
Sarebbe opportuno che le Regioni Molise e Lazio, le città di Trivento di Piglio, di Anagni e di Albano Laziale che ha dato i natali a Mons. Adinolfi insieme ai tre pastori delle Diocesi, di Trivento, di Anagni-Alatri e di Albano Laziale si unissero insieme per ricordare mons. Adinolfi.
Mons. Adinolfi morì poi in Anagni il 1° Settembre 1945 “in buon concetto di santità”.
Giorgio Alessandro Pacetti
Redazione

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