Lo dice Vittorio Feltri, candidato alle amministrative di Milano, al programma tv di Retequattro “Zona Bianca”. “Giorgia Meloni? Mi ha convinto in quattro minuti, forse tre”. Così racconta della sua reazione alla proposta della leader di Fratelli d’Italia di essere il capolista del partito alle prossime elezioni amministrative del capoluogo lombardo.

“Ho detto si perché ho molta stima di Giorgia Meloni – spiega Feltri – mi ha convinto in pochi minuti – ribadisce – La stimo per ciò che è riuscita a fare in questi ultimi anni, è una politica avveduta e intelligente”.
Poi prosegue nelle lodi alla Meloni: “ha portato il suo partito ad essere il primo nelle preferenze degli italiani, e non è una cosa trascurabile”. Poi conclude precisando: “Se ciò è accaduto vuol dire che il popolo italiano pensa che lei sia più credibile di altri politici che non sono stati così coerenti. I suoi sono discorsi moderati, tipici di una destra democratica”.

La candidatura e l’iscrizione a FdI

Il 5 luglio scorso, Giorgia Meloni annuncia l’iscrizione di Vittorio Feltri a Fratelli d’Italia e la sua candidatura a consigliere comunale come capolista.

Un anno fa, le dimissioni dall’Ordine dei Giornalisti

Era il 26 giugno del 2020 quando Feltri rassegna le dimissioni dall’Ordine dei Giornalisti. Decisione maturata in seguito ai dissensi e le polemiche ai diversi provvedimenti disciplinari presi nei suoi confronti a causa delle sue prese di posizione e dei titoli offensivi di Libero. Ne diede notizia Alessandro Sallusti, in un editoriale su Il Giornale.
Feltri ha dichiarato: “Da anni l’Ordine mi rompe, soprattutto per i titoli di Libero, nonostante ci sia un direttore responsabile, non ne posso più. Me ne vado da un ente inutile, che esercita azioni nei miei confronti con un chiaro fumus persecutionis. Mi hanno spesso censurato, mi hanno sospeso, ora ho addirittura tre procedimenti, ma se ne occupa il mio avvocato, e gli farò anche causa per danni morali”.

Indiscrezioni

Sull’azione giornalistica contestata a Feltri dall’OdG, alcuni collaboratori vicini al giornale hanno lasciato trapelare che le impressioni ed i giudizi erano piuttosto critici. Hanno sottolineato come, spesso, i titoli ed i contenuti erano più simili ad un manifesto di propaganda che ad un articolo giornalistico.