E’ stata la Grotta dove è vissuto il Beato Andrea Conti per 40 anni dedicati alla preghiera, alla penitenza assoluta, alla adorazione continua dell’Altissimo, a fare da cornice al termine dei festeggiamenti in onore del Beato. Celebrazioni svolte nel pieno rispetto di tutte le normative sanitarie ancora vigenti con la Messa celebrata domenica 29 agosto alle ore 18,00 dal vescovo di Rieti mons. Domenico Pompili alla presenza del sindaco di Piglio avv. Mario Felli di P. Angelo di Giorgio O.F.S. conv. Alla quale hanno partecipato le fraternità dell’OFS di Piglio, Paliano, Palestrina e di Cave e i devoti del Beato di Piglio e dei paesi limitrofi.
I festeggiamenti, sono stati preceduti da un triduo che si è tenuto alle ore 17,00 nella chiesa di san Lorenzo a Piglio con una Messa celebrata da P. Angelo Di Giorgio e un’adorazione eucaristica guidata da frate Lazzaro.
Interessanti sono state le tre omelie di P. Angelo che ha ricordato ai presenti la figura del Beato Andrea esorcista, mentre domenica 29 Agosto la Santa Messa è stata officiata al mattino dal parroco don Raffaele Tarice e dal diacono frate Lazzaro alle ore 9,30.
Le offerte dei fedeli raccolte durante la celebrazione delle due Messe domenicali sono state devolute in beneficenza ai terremotati di Amatrice.
Al termine dei festeggiamenti religiosi P. Angelo ha ringraziato mons. Pompili, il Sindaco di Piglio avv. Mario Felli, il Comitato dei festeggiamenti e tutta la popolazione e tutti coloro che hanno contribuito per la buona riuscita della festa.
I festeggiamenti sono terminati con l’estrazione della riffa di beneficenza.
Fin qui la notizia
Il Beato Andrea nato ad Anagni nel 1240, nipote di Alessandro IV e zio di Bonifacio VIII (questo ultimo lo nominò Cardinale nel 1295 ma egli rifiutò la carica) vanta come pochi Santi, una travagliata e singolare storia legata al suo culto.
Acclamato santo subito dopo la morte (per i miracoli in vita così elencati: miracolo dei pesci, dei fichi e degli uccelli. Innumerevoli dopo la morte e tra questi si annovera quello di cui beneficiò Benedetto da Piglio illustre umanista del trecento scampato da morte sicura nel carcere di Costanza in Germania proprio il 25 Novembre 1415 giorno della festa del Beato). Dovette attendere fino al 1724 allorchè il pro zio Innocenzo XIII lo proclamò appena… Beato. Ma c’è dell’altro. Fino a quella data la sua festa cadeva il 25 novembre e non l’ultima domenica di agosto.
Antiche fonti ci assicurano che quel giorno (25 Novembre) festivo a tutti gli effetti, il popolo intero, il clero e la civica amministrazione si recavano processionalmente fino alla sua tomba a quota 850 sul versante meridionale dello Scalambra.
Torme di pigliesi e forestieri salivano in ginocchio la scala di diciassette gradini che conduceva alle sue reliquie riposte in una sontuosa cappella edificata da don Filippo Colonna, cappella ora completamente rasa al suolo.
Un documento rinvenuto nell’archivio Colonna di Roma qualche anno fa, risalente al 1656, l’anno della terribile peste di manzoniana memoria, illumina ulteriormente la figura del Beato Andrea. Il parroco di allora, Domenico Janardi, informa il Principe che il male dilagava senza alcuna sosta. Il popolo non potendo digiunare, perché stremato dal morbo malefico, era pur disposto a percorrere scalzo i due chilometri che separano il convento di San Lorenzo dal Paese, per strappare al Beato la grazia desiderata.
Questo accadeva il 25 Novembre del 1656.
Giorgio Alessandro Pacetti