Altipiani di Arcinazzo. La località turistica continua ad essere al centro delle polemiche a causa del bestiame vagante.

Sia nei comuni di Piglio, di Arcinazzo Romano e di Trevi nel Lazio, vengono lasciati allo stato brado i bovini che invadono le carreggiate stradali. Una situazione che si verifica a tutte le ore, giorno e notte.

Gli automobilisti e i residenti della zona sono esasperati. Le mucche costituiscono un serio problema, un pericolo costante per la circolazione.

Se incrociate di giorno spesso, dopo una curva, causano improvvise frenate, e con il ghiaccio durante la stagione invernale potrebbero portare gli automobili a uscire di strada. Le loro deiezioni fanno scivolare cicli e motocicli. Inoltre spesso le mucche o i cavalli, si intrufolano nei giardini privati causando danni ingenti.

Sia ieri 29 settembre, che oggi, abbiamo potuto documentare come nel comune di Arcinazzo Romano e di Trevi nel Lazio questo fenomeno continui a essere inarrestabile. Anche se il sindaco di Arcinazzo Romano, sembra essere l’unico che si sia espresso contro questa pratica diramando anche una lettera alle autorità.

Per quanto concerne Trevi nel Lazio, non ci è possibile avere risposte, dal momento che il vicesindaco Stefania Mari ha chiuso ogni contatto con la nostra redazione. Una cosa che troviamo abbastanza inopportuna, dal momento che non solo noi facciamo informazione, ma ci prodighiamo anche con le segnalazioni come in questo caso. Un’amministrazione che non dialoga con la stampa di riflesso non dialoga con il cittadino che viene informato dalla stampa.

Abbiamo interpellato anche il comando dei carabinieri forestale di Altipiani di Arcinazzo. Anche se non ci è stato anticipato molto, c’è stato garantito che ci sarà a breve un incontro con i sindaci con delle proposte per risolvere il problema del pascolo selvaggio.

Un po’ di storia

Anche se alcuni continuano a insistere, che il pascolo allo stato brado c’è sempre stato e che alcuni frequentatori “da 40 anni”dicono che è sempre stato così, le cose sono cambiate. Innanzitutto in passato la zona era a forte vocazione agricola. Gli allevatori stavano molto attenti a non far sfuggire le bestie, poiché era un attimo causare un danno da risarcire a un agricoltore.

Inoltre, mezzo secolo fa, molte strade non esistevano e comunque le poche che c’erano erano poco trafficate. La zona si è antropizzata, che piaccia o no Altipiani di Arcinazzo è un centro urbano a tutti gli effetti. E come è vero che automobilisti e motociclisti devono rispettare i limiti di velocità, devono avere comunque la garanzia di non rischiare la vita per la scelleratezza di un allevatore.

La normativa vigente prevede che gli animali siano stallati durante la notte all’interno di un recinto. E comunque sorvegliati durante il giorno per non invadere la strada, dove non è prevista la loro sosta. Al massimo è previsto l’attraversamento con la presenza del pastore. Chi rimanda ai tempi antichi, dovrebbe ben sapere che i pastori dormivano con le loro bestie, mentre quelli di oggi riposano comodamente a casa.

Chi asserisce che “noi siamo gli ospiti”, probabilmente vive in un mondo fantastico tutto suo. Non si tratta di animali selvatici, ma di animali domestici con un padrone. Non sono branchi di cinghiali che vivono e scorrazzano liberi e felici nel bosco. Sono bovini sfruttati per la carne e per il latte, gli animalisti tacciano.

La soluzione

A Carpineto Romano, il sindaco Stefano Cacciotti, ha risolto gran parte del problema facendo catturare i bovini non marchiati. Ovvero 77 bovini privi del cartellino identificativo all’orecchio. Questo ha permesso al comune di incamerare €10.000 con la vendita di questo bestiame. Ha consentito di rimuovere questi animali dalle strade, ma soprattutto di punire quegli allevatori disonesti che per non pagare le tasse allevano di frodo.

Per quanto riguarda i bovini con un proprietario certo, è necessario intensificare i controlli giornalmente. Recapitare una multa da €50 una volta al mese non fa effetto, recapitarla tutti i giorni sicuramente farebbe la differenza.

Vogliamo ricordare, sempre a lorsignori animalisti, che in zona ci sono diverse persone che sono finite sulla sedia a rotelle per sempre. Altre hanno dovuto fare lunghi mesi di riabilitazione, per incidenti accaduti con i bovini o i cavalli. Senza contare la triste fine fatta dall’animale stesso, che se non rimane ucciso nello scontro viene comunque abbattuto.

Gli animalisti dovrebbero essere contro questa forma di sfruttamento. Dovrebbero pretendere che la mucca sia libera di pascolare nei milioni di ettari di prati che caratterizzano la zona degli Altipiani di Arcinazzo. Invece chi ha cercato di farli ragionare su questo punto è stato minacciato, insultato.

Come si suol dire, la mamma dei cretini è sempre incinta.