Mercoledì 13 ottobre con un comunicato stampa inviato a tutti gli organi amministrativi interessati ed alla stampa, cittadini e comitati chiedono chiarezza alla Asl.

Firmatari della nota sono: il comitato No biodigestori Frosinone e Valle del Sacco, il comitato residenti di Colleferro, il comitato Genitori No inquinamento Valle del Sacco e i cittadini della Valle del Sacco (Sgurgola-Anagni).

Nel comunicato si legge che dal sito della Regione Lazio risulta che il 14 ottobre è convocato un tavolo tecnico che interessa i settori amministrativi e tecnici della Regione.
Nel comunicato si legge che il tavolo tecnico “precede l’ultima Conferenza di servizi per la chiusura del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (P.A.U.R.) sul progetto del biodigestore, un impianto di produzione di biometano ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica da raccolta differenziata di rifiuti solidi urbani, in via Antonello da Messina, Frosinone, presentato dalla Società MAESTRALE Srl. Impianto destinato al trattamento di 50.000 tonnellate di rifiuti umidi e che si aggiungerebbe a quello da 84.000 mila tonnellate l’anno di Anagni, a pochi km da Frosinone”.

L’opposizione dei cittadini

La contrarietà al progetto è stata manifestata in ogni sede dai cittadini organizzati. L’unica fonte medica che ha denunciato lo stato di salute del territorio è stata l’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia. Evidenziando come l’insediamento del biodigestore arrecherebbe aggravio al degrado sanitario.

Nella nota viene inoltre fatto notare che: “Per la messa in esercizio di tale impianto la società deve ottenere dagli Enti e Autorità preposte la valutazione di impatto ambientale (VIA), che viene rilasciata nell’ambito del P.A.U.R. a cui è preordinata la Regione Lazio, quale autorità procedente.
Con riferimento a tale iter ed alla Conferenza di servizi, dove si valuta il progetto della società, la Regione ha convocato un Tavolo
tecnico per riavviare i lavori, fermi alla seconda Conferenza di servizi del 19/02/2021, e per recuperare il ritardo accumulato, anche a
seguito delle inchieste giudiziarie che hanno interessato proprio la Direzione generale Ciclo dei rifiuti della Regione”.

Cittadini e Comitati saranno presenti

I cittadini e i comitati danno conferma della partecipazione alla riunione del 14 ottobre ed auspicano che “tutti i soggetti convocati saranno presenti ed esprimano in maniera chiara, pareri e valutazioni tecniche, sebbene la sede istituzionale dove si forma e si perfeziona la posizione prevalente – che determina l’esito finale della VIA – sia la Conferenza di Servizi”.

Spiegano poi che con la convocazione del Tavolo tecnico si apre la strada a domande che sperano trovino risposte nel corso del procedimento.
Chiedono poi se “Il Tavolo tecnico va inteso quale attività istruttoria di confronto informale fra amministrazioni dello stesso ente oppure è finalizzato a definire quali siano le posizioni prevalenti da far valere nella successiva Conferenza di servizi conclusiva”.

Il comunicato prosegue dicendo che “la valutazione che deve compiere l’autorità procedente – la Regione – nell’ambito del procedimento di VIA non può concludersi
con la definizione della posizione prevalente qualora vi siano pareri difformi.
Alla VIA è attribuito un peso superiore rispetto agli altri titoli amministrativi e in presenza in tale sede di pareri contrari il P.A.U.R. non
può essere adottato”.

“L’Asl è tra gli enti potenzialmente interessati e comunque competenti ad esprimere il parere in quanto preposta a tutelare la salute dei cittadini e a garantire la difesa di interessi sensibili. Nell’iter di autorizzazione sul biodigestore l’Asl di Frosinone è dunque parte integrante del procedimento amministrativo P.A.U.R. e di conseguenza della Conferenza di Servizi. Quindi non può sentirsi esentata dall’esprimere il suo parere, che auspichiamo sia di dissenso motivato alla realizzazione del biodigestore. Anzi, il silenzio-assenso corrisponde ad un’ipotesi patologica che non dovrebbe verificarsi.
È doveroso da parte della Asl di Frosinone far conoscere quali dettagliate attività istruttorie abbia compiuto sino ad oggi in merito al progetto del biodigestore e quali siano stati finora i motivi della sua assenza alle Conferenze di servizi. Sia i mancati riscontri di attività istruttorie, che abbiamo più volte sollecitato, sia la defezione alle suddette riunioni evidenziano una non conformità dell’iter procedimentale alle norme vigenti e non soddisfano tutte le responsabilità in capo alla Asl, anche alla luce dei motivi che hanno indotto la Regione a finanziare – nell’ambito dell’Accordo di programma** con il Ministero dell’Ambiente la messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN) Bacino del Fiume Sacco – il “Programma di valutazione epidemiologica della popolazione residente” in tale area (Determinazione 10/2/2021, n. G01293).
Inoltre siamo sempre in attesa, a fronte delle dichiarazioni pubbliche espresse il 13 agosto scorso dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione, dott. Giancarlo Pizzutelli, e dal Responsabile dell’UOC SISP della ASL di Frosinone, dott. Giuseppe Di Luzio, di risposta alla nostra istanza volta a richiedere alla Regione Lazio l’avvio della VIIAS (Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario)”.

Il comunicato si conclude con l’invito alle forze politiche che non hanno ancora espresso una posizione chiara sul biodigestore. Si cita ad esempio Frosinone Indipendente e la si invita ad esprimersi anche per mezzo di una delibera di Consiglio comunale, come ha fatto il Comune di Sgurgola contro il biodigestore di Anagni, e come ha fatto in passato anche il Comune di Patrica contro un altro impianto di trattamento rifiuti speciali.

Vengono poi sollecitati i Comuni limitrofi a Frosinone della prima e seconda corona a fare altrettanto.