Valle del Sacco

Il Circolo Legambiente di Anagni, con un comunicato alle nostre pagine, rende noto quello che definisce un “attentato al fiume Sacco”, l’ennesimo.

Informa che alcuni cittadini, la sera del 3 febbraio hanno segnalato dei miasmi che provenivano dal fiume Sacco, in prossimità del confine tra Anagni e Sgurgola. I cittadini che seguono le attività di Legambiente e prima ancora del circolo Monti Lepini di Sgurgola, rammenteranno che negli ultimi decenni denunciamo questi fenomeni. Anche in quest’ultimo caso, le Forze dell’ordine sono prontamente intervenute. E i tecnici dell’ARPA Lazio hanno effettuato prelievi dal fiume.

Precedenti

Episodi simili sono accaduti diverse volte negli anni, eppure non si è mai risaliti ad un responsabile, sebbene il Sacco sia un “osservato speciale”. Da novembre 2016 è il centro del Sito d’Interesse Nazionale “Bacino del Fiume Sacco”, cioè una delle aree contaminate molto estese classificate come pericolose dallo Stato Italiano e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari.

Nulla di fatto

Fatta questa premessa, Legambiente prende atto che non sia stato avviato nessuno dei processi descritti. Anzi, aggiunge nella sua nota, si assiste all’azione di chi (per interesse, per incuria, o per deliberato vandalismo?) agisce per compromettere ulteriormente il già precario stato delle acque del fiume. Tutto ciò, mettendo a rischio l’ecosistema e la biodiversità, la qualità della vita dei residenti e le speranze di chi si illude che vengano finalmente attuate la bonifica ed il risanamento del Fiume e delle aree limitrofe.

Il Circolo Legambiente di Anagni si chiede quando finirà tutto questo, ricordando anni di battaglie e denunce. Nelle campagne elettorali le promesse sono fatte da tutti ma poi…

Nel comunicato Legambiente sollecita le amministrazioni ad attivare la sorveglianza. Ammonisce dicendo: “è colpa nostra, di noi cittadini della Valle del Sacco, la condizione attuale”. “Sono decenni che subiamo, sulla nostra pelle, i danni provocati dall’inquinamento delle acque, dei suoli e dell’aria” scrive ancora Legambiente nel comunicato e ricorda che anche quest’anno Frosinone è la città più inquinata del Lazio per le polveri sottili. Denuncia poi che sono proposte aziende di grande impatto ambientale e si assiste alla cementificazione di vaste aree per gigantesche strutture logistiche. Il futuro sembra orientato solo su due direttrici: Logistica e Rifiuti.

Il commento chiude con l’amara conclusione: “La nomina di un nuovo Commissario per la Bonifica, nel 2022, per uno stato di emergenza ambientale che dura, almeno, dal 2005, è la dimostrazione evidente di quanto la bonifica stessa sia ancora un obiettivo lontano.
La colpa è nostra. Siamo noi che scegliamo i nostri rappresentanti politici. Forse dovremmo tutti votare con più discernimento”.