Mons. Lorenzo Loppa ha approvato lo Statuto quadro per le Confraternite diocesane ed ha istituito un Coordinamento diocesano delle Confraternite denominato Priorato.
Munito del decreto vescovile, lo Statuto quadro per le Confraternite diocesane è uno strumento prezioso in quanto mons. Loppa fa presente che “le Associazioni laicali delle Confraternite non sono un fatto trascurabile né sul piano numerico né per quello che hanno rappresentato storicamente né per l’apporto che possono ancora dare al futuro della vita pastorale.
Fin dalle loro origini esse si sono presentate come una forma tipica di aggregazione laicale finalizzata al servizio sia della comunità ecclesiale sia del territorio in cui si trovano inserite.
Il Direttorio su pietà popolare e liturgia della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, al paragrafo n. 69 del Capitolo II (“Liturgia e pietà popolare nel Magistero della Chiesa”), presentando i soggetti della pietà popolare, così si esprime a proposito delle Confraternite: “Soggetto ugualmente importante della pietà popolare sono pure le confraternite e altre pie associazioni di fedeli.
Tra i loro fini istituzionali, oltre all’esercizio della carità e all’impegno sociale, è la promozione del culto cristiano: verso la Trinità, verso Cristo e i suoi misteri, la beata Vergine, gli Angeli, i Santi e i Beati, nonché il suffragio per le anime dei fedeli defunti.
Spesso le confraternite hanno, accanto al calendario liturgico, una sorta di calendario proprio, in cui sono indicate feste particolari, gli uffici, le novene, i settenari, i tridui da celebrare; i giorni penitenziali da osservare e i giorni in cui svolgere processioni e pellegrinaggi o compiere determinate opere di misericordia.
Hanno pure libri devozionali propri e peculiari segni distintivi, quali scapolari, medaglie, abitini e cinture, e talora luoghi di culto proprio e propri cimiteri.
La Chiesa riconosce le confraternite e conferisce loro personalità giuridica, ne approva gli statuti e ne apprezza le finalità e l’attività culturale.
Richiede tuttavia che questa, evitando ogni forma di contrapposizione o di isolamento, sia saggiamente inserita nella vita parrocchiale e diocesana”.
A mio giudizio poco può essere aggiunto a questo testo abbastanza chiaro, se non alcune priorità richieste dal tempo che viviamo e dalla stagione ecclesiale in cui abbiamo la fortuna di vivere.
Mi riferisco, prima di tutto, ad un impegno di formazione personale per cui ogni Consorella e ogni Confratello deve dar vita ad un processo positivo di costruzione o irrobustimento della propria personalità cristiana.
Inoltre mi sembra necessario anche un dialogo intergenerazionale e un’apertura cordiale al mondo dei giovani per una continuità e un ringiovanimento di ogni cammino confraternale.
Infine, in un momento in cui per tutta la Chiesa si intensifica e si rafforza un cammino sinodale di ascolto, di ricerca, di proposta per una testimonianza e una missione più partecipata e condivisa, le Confraternite devono procedere in maniera più coordinata tra loro”.
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Giorgio Alessandro Pacetti addetto stampa del Coordinamento diocesano delle Confraternite diocesi Anagni-Alatri