La conferma dell’invio di sofisticati sistemi di difesa aerea a Belgrado arriva proprio dalla Cina. I missili terra-aria HQ22 sono stati trasportati da aerei cinesi sabato scorso in Serbia, passando in sorvolo i cieli di due Paesi Nato, la Turchia e la Bulgaria.
Pechino dichiara che si tratta di una ordinaria cooperazione bilaterale e che nulla c’entra con la guerra in Ucraina. L’Europa tuttavia mostra qualche preoccupazione sulla natura di questa operazione e valuta la posizione diplomatica serba.

In equilibrio tra Russia e Europa

La Serbia è un Paese candidato all’ingresso nella Ue, i rapporti stretti tra Aleksandar Vučić (foto) con Vladimir Putin, Xi Jinping e Viktor Oban, destano comunque qualche perplessità all’Europa. Belgrado è comunque legata alla Russia per motivi religioso-culturali, e questo comporta una certa affinità tra i due Stati. La Serbia è uno dei pochi Paesi in Europa che non ha mai preso formali distanze da Mosca sulla questione Ucraina, ha inoltre continuato per settimane a permettere arrivi e partenze di voli dalla Russia.

L’analisi dell’esperto

Aleksandar Radic, esperto di sicurezza nei Balcani ha spiegato che “La Serbia sta cercando di diversificare i Paesi da cui compra armi e materiale militare. Si tratta di una strategia per legarsi dal punto di vista diplomatico a blocchi diversi”. Radic ha precisato poi che Belgrado non può partecipare alle missioni della Nato ma, compra aerei dall’Alleanza Atlantica e adesso, fa lo stesso con la Cina. Questo le garantirebbe una posizione più forte in ambito internazionale.

Al momento l’unico Paese europeo che si è dotato di armamenti cinesi è la Serbia. Sono inoltre avviate le trattative per l’acquisto dalla Francia dei sofisticati aerei Rafale.

Foto: balcanicaucaso.org