Filettino. Anche il consigliere di minoranza di Trevi nel Lazio, Vincenzo Cecconi, ha voluto dire la sua sulla questione del Parco. Un commento a caldo seguito dallo sfogo su Facebook del gestore del rifugio. Mauro Venditti lamenta una scarsa promozione dei suoi eventi da parte del Parco Regionale dei Monti Simbruini.

L’attacco di Cecconi
“Sono anni che denuncio questa pratica becera ed infantile, oltre che dannosa per l’intero territorio.
L’ho denunciata sui social e attraverso la stampa, ma anche con rimostranze scritte indirizzate direttamente ai vertici del Parco.” Scrive Cecconi alla nostra testata.
“Nonostante ciò non ho mai visto il benché minimo tentennamento nelle loro scelte comunicative.
Tra gli eventi di Subiaco (che dentro il parco manco ci sta), monte Livata, i monasteri, il laghetto di San Benedetto, il trail dei Monti Simbruini,  bike tour e chi più ne ha più ne metta, non c’è mai stato e mai ci sarà spazio per i restanti territori o, almeno, non a sufficienza e, soprattutto, non in modo equilibrato.
Dati alla mano, sarebbe da valutare un’azione risarcitoria per danni, da parte dei comuni e delle attività commerciali, nei confronti dell’ente naturalistico.
Aggiungo che, nel tempo, le cose sono anche peggiorate, semmai fosse possibile, e, questo, anche per la accondiscendenza di alcune amministrazioni locali.
Certo è che, con l’avvento della nuova presidenza, si è definitivamente accentrata ogni attività presso la porta del parco, a ricordarci che il peggio deve sempre venire.
Anzi, oltre allo strabismo comunicativo, si sono inventati nuovi vantaggi, proprio a favore di Subiaco, come l’apertura di uno sportello del Parco, all’interno del comune, per favorire e facilitare l’accesso ai residenti, di quella città, alle procedure burocratiche e fornire assistenza alle imprese ed all’utenza.
Così, invece di migliorare le precarie condizioni di vivibilità dei piccoli centri che costituiscono l’essenza dell’area naturalistica, l’Ente Parco si preoccupa di garantire ulteriori servizi all’unica realtà che non ne avrebbe bisogno, sia perché fuori dal parco, sia perché autonomamente organizzata.

Ritengo che le popolazioni dell’alta valle dell’Aniene, da cui, per condizione e per trattamenti di privilegio, escluderei quella di Subiaco, dovrebbero decidere  tornare ad essere protagonisti del proprio destino.

Da queste parti, arrivano troppi messia, troppi “conferenzieri”, troppi “progettisti a parcella” che ci raccontano quello che dovremmo fare per il nostro futuro, ma che non sono mai disposti ad ascoltare.”