Filettino. Bagarre per il busto del maresciallo Rodolfo Graziani esposto a palazzo Graziani, ora sede museale.

La discussione è accaduta ieri, venerdì 20 maggio alle ore 17 circa, mentre veniva inaugurato il nuovo polo museale.

Il palazzo, grazie a dei finanziamenti ottenuti dal GAL, ha avuto una importante ristrutturazione del solaio, la apposizione di infissi doppi e il rifacimento dell’impianto elettrico.

Inoltre il vecchio museo Silvo-Agro-Pastorale è stato ridistribuito nelle varie sale. Sono stati esposti vestiti da cerimonia del ‘900, antichi slittini, culle e attrezzi agricoli.

Ma quello che ha fatto arrabbiare i consiglieri di minoranza, Pomponi e Nardecchia, un busto posizionato in un corridoio, che ritrae Rodolfo Graziani, gerarca fascista nativo di Filettino. Secondo quanto ci ha raccontato il sindaco Gianni Taurisano, i due sono entrati  nella struttura iniziando a fotografare la scultura. Il sindaco avrebbe a quel punto chiesto di non fotografarlo poiché voleva prima pubblicare le immagini sul sito istituzionale.

La lite

I due consiglieri a quel punto avrebbero accusato il sindaco di impedirgli di scattare le foto. La lite comunque sarebbe finita lì, ma poi continuata sui social nei gruppi dedicati a Filettino.

Se alcuni contestano la presenza del busto , come fatto in passato per il parco dedicato a Rodolfo Graziani, altri invece apprezzano questa figura. Graziani non fu solo un fascista, ma è stato un punto di riferimento per il paese di Filettino durante la Seconda Guerra Mondiale. Grazie al gerarca arrivavano aiuti alimentari agli abitanti. Inoltre sempre grazie a lui la popolazione fu salvata dal rastrellamento dei soldati nazisti, quando furono scoperti dei soldati alleati sul territorio.

Altre polemiche

Taurisano ci ha raccontato di aver ricevuto polemiche anche per aver portato il tavolo consiliare in una delle stanze del piano di sopra. “Abbiamo ristrutturato il tavolo e altri mobili, alcuni addirittura li ho pagati di tasca mia” spiega Taurisano.

“Per quanto riguarda il busto, ci è stato prestato dal Conte Alberto Gualandi, nipote del Graziani”. L’erede del Maresciallo d’Italia, infatti, una volta visitato il palazzo che ha cambiato destinazione d’uso in sede museale, è rimasto molto colpito. Per questo ha deciso di prestare il busto che è stato realizzato proprio dai filettinesi e donato a Rodolfo Graziani, per gratitudine avendo salvato il paese dalla rappresaglia tedesca.

Taurisano ha raccontato di aver ricevuto polemiche addirittura per avere installato delle luci al led che riproducono il tricolore. Secondo i contestatori avrebbe chissà quale richiamo a presunte idee politiche di destra. Forse questi contestatori, di cui non conosciamo l’identità, dovrebbero tornare a sedere sui banchi di scuola e studiare nuovamente l’origine della bandiera italiana.

Considerazioni finali

Ora noi non vogliamo entrare nel merito, Ma si sente sempre più parlare di cancel culture. Proprio chi si ammanta di  democrazia, vorrebbe forse applicare la stessa censura che era in uso durante il fascismo?

Indipendentemente dalle buone o dalle cattive azioni, il Graziani è stato un personaggio di spicco del paese e la storia non si può cancellare.

Di certo non è un busto, che può terrorizzare i bambini di Filettino. Quelli che hanno vissuto la guerra negli anni quaranta del secolo scorso. Poiché gli adulti ormai sono già tutti morti.

Ad ogni modo la nostra Redazione come sempre rimane a disposizione per qualsiasi richiesta di replica, anche da parte dei consiglieri di minoranza.