Chissà quanto ha sofferto la sua famiglia oltre cent’anni fa, quando non ha potuto riabbracciare il proprio caro.

I resti sono emersi soltanto un paio di giorni fa in località Crozzon di Lares sul ghiacciaio dell’Adamello a quotta 3100. Le temperature eccezionali che stanno facendo sciogliere il ghiacciaio hanno restituito il cadavere decomposto di un soldato austro-ungarico. L’identificazione parziale è stata possibile grazie all’uniforme ed altri oggetti ritrovati quasi integri, conservati per un secolo dal ghiaccio.

All’epoca la zona era un’area di confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico. Gli Alpini nel 1916 erano stanziati al Rifugio Garibaldi, mentre gli imperiali tra rifugio Mandrone e Carrè Alto lungo la cresta del Monte Fumo – Lobbia Alta e la cresta Corno di Cavento – Crozon di Folgorida.

tra il 12 e il 17 aprile del 1916, gli Alpini conquistarono Monte Fumo. Il 29 aprile gli italiani presero il Crozzon di Folgorida e quello di Lare, il passo omonimo e quello di Cavento. I passi di Folgorida e delle Topette furono abbandonati dagli austriaci soltanto il 14 maggio grazie alla manovra di accerchiamento italiana. Seguirono altre sanguinose battaglie, che lasciarono molti morti sulla neve.

Tra questi anche i due militi austriaci trovati sempre in località Crozzon di Lares nel 2016 a quota 2910 mt e l’austriaco trovato nel 2020 a quota 3150 mt.

Un passato che riemerge purtoppo grazie al surriscaldamento terrestre. Corpi che raccontano giovani vite spezzate nel fiore degli anni, in nome di una terribile guerra che avrebbe poi innescato i conflitti su vasta scala mondiale.