Ingegnere di Fiuggi incarcerato in costa d’Avorio. La situazione di complica

Sempre più complessa la situazione di Maurizio Cocco, ingegnere edile di Fiuggi, che al momento si trova detenuto in un carcere della Costa d’Avorio. L’accusa è di traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio. Al momento, nonostante gli sforzi di negoziazione della Farnesina, le autorità del posto hanno determinato una proroga delle indagini di altri sei mesi.

Vani i tentativi della moglie, la signora Assunta Giorgili, di riottenere il passaporto. Rimangono ancora ignoti i motivi del rifiuto opposto da parte delle autorità ivoriane.

Il difficile rapporto fra Italia e Costa d’Avorio e la forte instabilità politica del paese africano renderebbe ardua anche solo la scelta di un mediatore attendibile.

Sarebbe stato fortunatamente possibile instaurare un canale di comunicazione fra il Ministero degli Esteri italiano, guidato da Antonio Tajani, e i figli della coppia, al momento assistiti dall’avvocato Marco Maietta.

Le condizioni fisiche di Maurizio sarebbero attualmente in rapido peggioramento, a seguito dei sei mesi di detenzione, nonostante si trovi in un settore del carcere dignitoso. Il figlio rivela che il padre starebbe velocemente perdendo peso e forze. A complicare le cose sicuramente anche l’incertezza giudiziaria. Sarebbe al momento caduta l’accusa per narcotraffico, ma non esisterebbero documenti utili per capire l’andamento futuro del procedimento.

L’imputazione si baserebbe sull’analisi compiuta dalle autorità ivoriane delle celle telefoniche. Secondo la ricostruzione l’uomo si sarebbe trovato in una zona di Abidjan, città più popolata del paese, frequentata anche da una banda di narcotrafficanti. Prova assai debole per sostenere un’accusa di tale gravità, tanto da indurre le autorità a cercare altrove l’evidenza del coinvolgimento di Cocco, precisamente nei suoi rapporti con l’imprenditore francese Domenic Amata, di lontane origini ciociare. Per quest’ultimo, anche lui arrestato nel corso dell’operazione anti-narcotraffico, l’ingegnere ciociaro stava ristrutturando un immobile. Amata avrebbe pagato una ingente cifra in larga parte con denaro contante e la restante somma con assegni. Ad attestarlo fatture e dichiarazioni rilasciate dalla banca. Amata continua a negare fermamente i rapporti con il Cocco, che rimane in attesa di un confronto diretto con l’imprenditore francese.