Riforma delle pensioni. Slitta la discussione

In stallo la riforma delle pensioni. Mancano i fondi. Lo Stato corre verso una proroga di “Quota 103”.

Slitta al 2025 la discussione su “Quota 41”, ossia il pensionamento con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Il governo ripiega su “Quota 103”, eredità del governo Draghi. Si tratta della possibilità, per il lavoratore, di andare in pensione con 41 anni di servizio e 62 di età.

Resta comunque il problema di riuscire a trovare una soluzione per far uscire anticipatamente dal lavoro, in alternativa alla Legge Fornero. “Quota 41”, secondo i piani attuali, sarebbe riservata a chi è entrato nel mondo del lavoro dai 19 anni di età e ad alcune categorie con mansioni gravose. Per attuarla sarebbe però necessario un elevato budget, circa 9 miliari di euro.

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Secondo un’ipotesi de’ Il Messaggero “Quota 103” accompagnerà i lavoratori per almeno un altro anno. Si tratta di una manovra che comunque pone dei limiti. Chi la sceglie, infatti, si trova a fare i conti con un tetto massimo per l’assegno pensionistico. Quest’ultimo non può essere superiore a 5 volte il valore dell’assegno minimo, raggiungendo dunque una soglia massima di 2.870 euro lordi. Il sistema sarebbe prima quello retributivo applicato sulle anzianità acquisite fino al 31 dicembre 1995 e poi il sistema contributivo su quelle acquisite dal primo gennaio 1996.

Un’ulteriore proposta verrebbe dall’ipotesi avanzata dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Si paventerebbe una sorta di prepensionamento in due tempi, con un taglio medio all’assegno pensionistico del 3% a 63 anni per 4 anni, per tornare alla cifra piena al compimento del 67esimo anno d’età.