Secondo i dati diffusi dall’Istat a settembre 2022, il tasso di disoccupazione è intorno all’8% e segna un aumentato al 24% tra i giovani. Perché in Italia è così alto il tasso di disoccupazione giovanile?
Quali sono le principali cause della disoccupazione? Quali possono essere i problemi sociali legati alla disoccupazione?
Negli ultimi decenni abbiamo visto aumentare tra i disoccupati la quota di giovani istruiti, ciò significa che siamo di fronte disoccupazione intellettuale? La diffusione di forme di lavoro precario, temporaneo e flessibile ha da tempo reso più porosi i confini tra occupazione e disoccupazione?
La criminologa Linda Corsaletti risponde a questi grandi punti interrogativi.
Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è stato tradizionalmente alto e ha rappresentato una sfida per il paese più volte. Le cause principali di questo problema sono diverse e includono:
Crisi economica: L’Italia ha affrontato una serie di crisi economiche negli ultimi decenni, compresa la recente crisi finanziaria globale del 2008 e la crisi dell’eurozona. Inoltre la recente pandemia e l’attuale guerra hanno dato il colpo di grazia a l’assetto economico. Questi eventi hanno avuto un impatto significativo sull’economia italiana e hanno contribuito all’aumento della disoccupazione giovanile. Struttura economica: L’Italia ha un’economia caratterizzata da una forte presenza di piccole e medie imprese, che spesso non hanno la capacità di assorbire un gran numero di giovani lavoratori. Molti giovani italiani si trovano quindi ad affrontare difficoltà nel trovare lavoro nel settore privato. Disallineamento tra istruzione e lavoro: Esiste spesso un divario tra le competenze richieste dai datori di lavoro e quelle possedute dai giovani laureati o diplomati. Questo può rendere difficile per i giovani italiani trovare lavoro anche se hanno una buona istruzione.
Problemi strutturali: Esistono anche problemi strutturali nel sistema italiano, come la burocrazia eccessiva, l’evasione fiscale e la corruzione, che possono avere un impatto negativo sull’economia e sul mercato del lavoro. Mancanza di opportunità nel sud Italia: Il tasso di disoccupazione giovanile nel sud Italia è generalmente più alto rispetto al nord. Questa disparità può essere attribuita a una serie di fattori, tra cui infrastrutture meno sviluppate, minori opportunità di lavoro e un divario economico tra le due regioni. È importante dire che e cause della disoccupazione giovanile sono complesse e interconnesse, e spesso richiedono un approccio multifattoriale per essere affrontate in modo efficace.
Dal punto di vista criminologico l’impatto sociale di questo problema può avere effetti a medio e lungo termine che vanno affrontati con immediata consapevolezza.
La disoccupazione può avere diverse implicazioni e connessioni con il crimine. Sebbene la disoccupazione non sia una causa diretta della criminalità, può contribuire a creare un contesto favorevole alla sua manifestazione. Ecco alcune considerazioni criminologiche sulla disoccupazione:Teoria della scarsità di risorse: Secondo questa teoria, la disoccupazione può aumentare la probabilità che le persone si impegnino in attività criminali per soddisfare le proprie esigenze economiche. La mancanza di lavoro e di reddito può spingere alcuni individui verso il crimine come mezzo per ottenere risorse finanziarie.Teoria della disorganizzazione sociale: La disoccupazione può contribuire alla disorganizzazione sociale all’interno di una comunità. Quando le persone perdono il lavoro, possono sperimentare una diminuzione del senso di appartenenza e della stabilità sociale. Ciò può portare a un aumento della criminalità poiché le reti di supporto sociale si indeboliscono e le opportunità criminali aumentano.Effetto età e disoccupazione giovanile: La disoccupazione giovanile è particolarmente rilevante dal punto di vista criminologico. I giovani disoccupati possono trovarsi in una situazione di frustrazione, mancanza di prospettive e noia, che possono aumentare la propensione a coinvolgersi in comportamenti criminali come forma di sfogo o ricerca di eccitazione.
Crimine organizzato e lavoro illegale: In alcuni casi, la disoccupazione può spingere le persone a cercare alternative economiche nel settore del crimine organizzato o nel lavoro illegale. La mancanza di opportunità di lavoro legittime può spingere le persone a cercare fonti di reddito attraverso attività criminali come il traffico di droga, il contrabbando o altre forme di illegalità.
Effetto sulle comunità: L’alto tasso di disoccupazione può avere un impatto negativo sulla comunità nel suo complesso. Può contribuire a creare una cultura di disaffezione, mancanza di fiducia nelle istituzioni e svalutazione delle norme sociali. Ciò può facilitare la diffusione del crimine e rendere più difficile per le autorità prevenire e contrastare le attività criminali.
È importante sottolineare che la relazione tra disoccupazione e crimine è complessa e dipende da vari fattori sociali, economici e culturali. Mentre la disoccupazione può rappresentare un fattore di rischio per il coinvolgimento nel crimine, è necessario adottare un approccio olistico che comprenda misure preventive, politiche di sostegno all’occupazione e interventi per ridurre l’ineguaglianza sociale, al fine di contrastare efficacemente il legame tra disoccupazione e criminalità.
La disoccupazione può avere diversi impatti negativi sulla società. Ecco alcuni dei problemi sociali legati alla disoccupazione:Povertà: La disoccupazione può portare a un calo del reddito familiare, mettendo le persone a rischio di cadere nella povertà. Senza un reddito stabile, le persone possono lottare per soddisfare le proprie necessità di base, come l’alimentazione, l’abitazione e l’assistenza sanitaria.Esclusione sociale: La disoccupazione può portare all’esclusione sociale delle persone. Lavorare non solo fornisce un reddito, ma anche un senso di appartenenza, realizzazione personale e interazione sociale. La mancanza di lavoro può isolare le persone e farle sentire emarginate dalla società.Instabilità familiare: La disoccupazione può mettere a dura prova le famiglie, causando tensioni e conflitti. La mancanza di reddito può portare a problemi finanziari, aumentare lo stress e minare il benessere familiare. Inoltre, la disoccupazione può influire negativamente sulle dinamiche familiari, portando a una ridotta qualità delle relazioni e, in alcuni casi, all’aumento dei tassi di separazione e divorzio.Problemi di salute mentale: La disoccupazione può avere un impatto significativo sulla salute mentale delle persone. La perdita di lavoro può portare a sentimenti di ansia, depressione, perdita di autostima e senso di scopo. La mancanza di occupazione può anche limitare l’accesso alle risorse e alle strutture di supporto sociale, peggiorando ulteriormente la salute mentale delle persone disoccupate.Criminalità: La disoccupazione può essere associata a un aumento dei livelli di criminalità. Le persone disoccupate possono sentirsi frustrate, senza speranza e possono essere inclini a coinvolgersi in attività illegali per sopravvivere. Inoltre, le aree con alti tassi di disoccupazione possono essere maggiormente colpite da problemi di criminalità.Dipendenza e abuso di sostanze: La disoccupazione può aumentare il rischio di dipendenza e abuso di sostanze. Le persone possono cercare di far fronte allo stress e alla frustrazione attraverso l’uso di alcol o droghe come meccanismo di coping.
È importante affrontare la disoccupazione in modo efficace per mitigare questi problemi sociali.
Ciò può richiedere politiche pubbliche mirate a creare opportunità di lavoro, fornire supporto finanziario e sociale alle persone disoccupate, promuovere programmi di formazione e riqualificazione professionale, nonché sostenere la salute mentale e il benessere delle persone colpite dalla disoccupazione.Ci sono diverse ragioni per cui i giovani istruiti possono sperimentare la disoccupazione nonostante il loro livello di istruzione. Ecco alcuni fattori che possono contribuire a questa situazione: Mancanza di esperienza lavorativa: Anche se i giovani istruiti possono avere una buona formazione accademica, spesso mancano di esperienza lavorativa. Molte posizioni richiedono un certo livello di esperienza pratica, e senza tale esperienza, i giovani possono trovarsi in una posizione di svantaggio quando cercano lavoro.Mancanza di competenze specifiche: Non tutte le competenze acquisite durante gli studi accademici corrispondono alle esigenze del mercato del lavoro. Alcuni settori possono richiedere competenze specializzate o esperienze specifiche che i giovani potrebbero non possedere. Ciò può limitare le opportunità lavorative per i giovani istruiti in quei settori.Mismatch tra domanda e offerta: La disoccupazione giovanile può essere il risultato di un mismatch tra le competenze possedute dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro. Ciò può essere dovuto a una mancanza di informazioni sulle opportunità di lavoro, a una scarsa corrispondenza tra i programmi di studio e le richieste del mercato del lavoro o a un’offerta eccessiva di laureati in determinati settori.Concorrenza elevata: In alcuni settori altamente competitivi, la concorrenza per le opportunità lavorative può essere molto intensa. Anche i giovani istruiti possono trovarsi a competere con candidati altamente qualificati per un numero limitato di posizioni, il che può rendere difficile trovare lavoro nonostante la loro formazione.
Difficoltà nel trovare il primo impiego: Trovare il primo impiego può essere una sfida per molti giovani istruiti. Senza un’esperienza lavorativa pregressa e con la preferenza data ai candidati con esperienza, può essere difficile per i giovani entrare nel mercato del lavoro e dimostrare il loro valore. Crisi economica: Le crisi economiche possono avere un impatto significativo sull’occupazione, inclusa quella dei giovani istruiti. Durante periodi di recessione economica, le opportunità di lavoro possono diminuire e le aziende possono ridurre le assunzioni o congelare le nuove assunzioni, rendendo ancora più difficile per i giovani laureati trovare lavoro. Questi sono solo alcuni dei fattori che possono contribuire alla disoccupazione dei giovani istruiti. È importante sviluppare politiche e programmi che favoriscano l’acquisizione di competenze richieste dal mercato del lavoro, promuovano l’esperienza lavorativa qualificata e qualificante e agevolino la transizione dalla formazione all’occupazione per i giovani. La diffusione del lavoro precario e flessibile ha influito sulla situazione occupazionale, inclusa la disoccupazione, in diversi modi. Ecco alcuni dei principali impatti:
Instabilità occupazionale: Il lavoro precario e flessibile, come i contratti a tempo determinato, l’intermediazione del lavoro e le forme di lavoro autonomo, spesso non offrono la sicurezza e la stabilità dell’occupazione a lungo termine. Ciò può portare a una maggiore incertezza e insicurezza per i lavoratori, rendendo più difficile la pianificazione a lungo termine e l’ottenimento di prestiti o finanziamenti. Bassi salari e mancanza di benefici: Spesso i lavori precari offrono salari più bassi rispetto ai lavori a tempo pieno e possono mancare dei benefici standard come l’assicurazione sanitaria, le ferie pagate e i contributi pensionistici. Ciò può mettere i lavoratori in una situazione di svantaggio finanziario e influire negativamente sulla loro qualità della vita.
Mancanza di sviluppo professionale: I lavori precari e flessibili tendono ad offrire meno opportunità di sviluppo professionale e crescita di carriera rispetto ai lavori stabili. I lavoratori possono trovarsi intrappolati in posizioni di basso livello con limitate prospettive di avanzamento, rendendo più difficile per loro migliorare le proprie competenze e migliorare la loro situazione occupazionale nel lungo termine. Difficoltà nell’accesso a diritti e protezioni: I lavoratori precari possono affrontare difficoltà nell’accedere ai diritti lavorativi e alle protezioni legali. Ad esempio, potrebbero avere difficoltà a far valere i propri diritti in caso di licenziamento ingiustificato, discriminazione sul lavoro o lesioni sul posto di lavoro.
Effetti sulla disoccupazione: Sebbene il lavoro precario e flessibile possa offrire opportunità di occupazione, può anche contribuire all’aumento della disoccupazione. Questo accade quando le aziende si affidano principalmente a contratti a breve termine o al lavoro autonomo anziché a posizioni a tempo pieno e stabili. Ciò può portare a un mercato del lavoro frammentato e instabile, con un aumento della disoccupazione strutturale. Impatto sulle generazioni più giovani: I giovani sono spesso particolarmente colpiti dalla diffusione del lavoro precario. L’assenza di lavori stabili e ben retribuiti può rendere difficile per i giovani avviare una carriera e costruire un futuro finanziariamente sicuro. Ciò può portare a una maggiore disoccupazione giovanile e all’instaurarsi di una condizione di precarietà e incertezza occupazionale che può durare per anni. Vulnerabilità durante le crisi economiche: Durante periodi di crisi economica, come la pandemia da COVID-19, i lavoratori precari sono particolarmente vulnerabili. Le aziende tendono a ridurre prima i posti di lavoro precari, lasciando i lavoratori in una situazione di maggiore incertezza e rischio di disoccupazione.
Impatto sul benessere dei lavoratori: Il lavoro precario può avere un impatto negativo sul benessere psicologico e fisico dei lavoratori. L’instabilità, lo stress finanziario e la mancanza di sicurezza lavorativa possono causare problemi di salute mentale, come ansia e depressione, e aumentare il rischio di malattie fisiche legate allo stress.
Effetti sulle disuguaglianze: La diffusione del lavoro precario e flessibile può contribuire all’aumento delle disuguaglianze socio-economiche. I lavoratori precari, spesso giovani o persone con meno opportunità, possono trovarsi in una posizione svantaggiata rispetto a coloro che hanno lavori stabili e ben remunerati. Ciò può portare a un divario sempre maggiore tra ricchi e poveri e all’accentuarsi delle disuguaglianze sociali. Implicazioni per la protezione sociale: La diffusione del lavoro precario può porre sfide alla protezione sociale. I lavoratori precari possono trovarsi con un accesso limitato o nullo a sussidi di disoccupazione, assistenza sanitaria e altri benefici sociali. Ciò può metterli a rischio di povertà e difficoltà finanziarie in caso di perdita del lavoro.
È importante notare che il lavoro precario e flessibile non è sempre negativo in sé, poiché può offrire flessibilità e opportunità di lavoro a coloro che preferiscono o necessitano di un’occupazione non tradizionale. Tuttavia, è cruciale affrontare le sfide e le disuguaglianze associate a questo tipo di lavoro per garantire un equilibrio tra flessibilità e sicurezza occupazionale.
Ciò che dal punto di vista criminologico e sociale mi preme specificare è che il lavoro precario e l’incertezza lavorativa possono essere associati ad alcune forme di criminalità.
Ecco come questi fattori possono influire sulle dinamiche criminali:
Economia informale: L’instabilità del lavoro e l’incertezza possono spingere alcune persone a cercare fonti di reddito alternative, inclusa la partecipazione all’economia informale. Lavori non dichiarati o illegali possono emergere come risultato dell’incapacità di trovare lavoro stabile e ben remunerato. Questo può includere attività criminali come il mercato nero, la truffa, il lavoro minorile o lo sfruttamento. Criminalità organizzata: L’instabilità lavorativa può rendere le persone più vulnerabili all’influenza della criminalità organizzata. Le organizzazioni criminali possono sfruttare la disoccupazione e la mancanza di opportunità per reclutare individui in situazioni di disagio economico. Le persone potrebbero essere coinvolte in attività illegali come il traffico di droga, il contrabbando, l’estorsione o il riciclaggio di denaro per guadagnarsi da vivere. Criminalità finanziaria: L’incertezza lavorativa può spingere alcune persone a impegnarsi in comportamenti criminali a fini finanziari. Ciò può includere frodi, truffe, furto di identità o altre forme di criminalità finanziaria. La pressione economica e la ricerca di stabilità finanziaria possono spingere alcuni individui a commettere reati legati al denaro per soddisfare le proprie esigenze o ottenere guadagni illeciti. Violazioni delle norme lavorative: La precarietà del lavoro può portare a violazioni delle norme lavorative e dei diritti dei lavoratori. L’assenza di lavoro stabile e ben retribuito può spingere alcune persone a accettare condizioni di lavoro sfruttative, ad esempio salari bassi, orari eccessivi, mancanza di assicurazione sanitaria o mancato rispetto delle norme di sicurezza. Questo può creare un ambiente in cui le violazioni delle leggi e dei diritti del lavoro sono più comuni.
Stress e tensioni sociali: L’incertezza lavorativa e l’instabilità possono causare stress, ansia e tensioni sociali. Questi fattori possono avere un impatto negativo sul benessere mentale e sociale delle persone, portandole a comportamenti di risposta negativa come l’aggressività, la violenza domestica o altre forme di reati legati alle tensioni e alle frustrazioni.
È importante notare che la relazione tra lavoro precario, incertezza lavorativa e criminalità non è lineare e dipende da molteplici fattori socio-economici e individuali. Molti lavoratori precari non si impegnano in attività criminali, e la disoccupazione o l’instabilità lavorativa non sono necessariamente causa diretta di comportamenti criminali. Tuttavia, è riconosciuto che la mancanza di opportunità occupazionali stabili può aumentare i rischi e le vulnerabilità che possono essere sfruttati da attività criminali.
Il lavoro è un diritto fondamentale per una vita dignitosa , la violazione di questo diritto ha delle conseguenze pesantissime non solo su chi non riesce ad essere inserito nel mondo lavorativo, ma di rimbalzo anche nella società per tutti i problemi che ho descritto.
Aggiungo : il mio consiglio a chiunque si trovasse in difficoltà lavorative è quello di rivolgersi ai sindacati di zona . Organizzazioni che rappresentano i lavoratori e hanno come obiettivo principale la tutela e la promozione dei loro interessi. Ecco alcune delle principali forme di aiuto che i sindacati possono offrire ai lavoratori: Negoziazione collettiva: I sindacati negoziano con i datori di lavoro per ottenere migliori condizioni di lavoro, come salari più alti, orari ragionevoli, tutele contrattuali e benefici sociali. Attraverso la negoziazione collettiva, i sindacati cercano di raggiungere accordi che migliorino le condizioni di lavoro per l’intera categoria di lavoratori rappresentati. Rappresentanza legale: I sindacati forniscono assistenza legale ai lavoratori in caso di controversie o conflitti sul posto di lavoro. Possono fornire consulenza e supporto legale nei casi di licenziamento ingiustificato, discriminazione, violazioni dei diritti dei lavoratori o altre problematiche lavorative. Protezione dei diritti dei lavoratori: I sindacati lavorano per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori, come il diritto alla sicurezza sul lavoro, la parità di trattamento, la libertà sindacale e la tutela dei diritti sindacali. Monitorano l’applicazione delle leggi e delle norme del lavoro e agiscono come difensori dei lavoratori in caso di violazioni.
Formazione e sviluppo professionale: I sindacati possono offrire programmi di formazione e sviluppo professionale per migliorare le competenze dei lavoratori e aumentare le loro opportunità di occupazione. Questi programmi possono includere corsi di formazione, workshop e altre attività di apprendimento per aiutare i lavoratori ad acquisire nuove competenze e adattarsi alle esigenze del mercato del lavoro. Solidarietà e sostegno: I sindacati offrono solidarietà e sostegno ai lavoratori in situazioni difficili, come scioperi, licenziamenti collettivi o riduzioni di personale. Possono organizzare azioni collettive, fornire assistenza economica o fornire servizi di consulenza per aiutare i lavoratori a far fronte alle sfide e a difendere i loro diritti.
Advocacy politica: I sindacati svolgono un ruolo di advocacy politica per difendere gli interessi dei lavoratori a livello legislativo e governativo. Lavorano per influenzare le politiche pubbliche, proporre nuove leggi o modifiche alle norme del lavoro che favoriscano i lavoratori e promuovano la giustizia sociale.
I sindacati sono fondamentali per la rappresentanza e la tutela dei lavoratori, cercando di bilanciare il potere dei datori di lavoro e garantire che i diritti dei lavoratori siano rispettati. La loro azione può contribuire a migliorare le condizioni di lavoro e a promuovere una maggiore equità nel mercato del lavoro.
Anna Ammanniti