La chiesa di San Rocco è restata aperta Domenica 16 Agosto 2020, dove una moltitudine di visitatori, hanno potuto ammirare in tutto lo splendore l’opera che fa da paio con la precedente scoperta del polittico di scuola giottesca. Se si pensa che altri tesori potrebbero venire alla luce in futuro, la Chiesetta di San Rocco assume un enorme valore storico-culturale-artistico per tutto il nord Ciociaria.
Grande stupore e ammirazione hanno suscitato nei visitatori la vista dell’affresco del 1300 di scuola giottesca scoperto 36 anni fa (26 Dicembre 1984) e dell’affresco del 1500 riguardante la Madonna in trono con Bambino e San Giovannino, avvenuto il 28 Settembre 2002.
Enorme meraviglia ha suscitato la constatazione che opere di tale valore possano essere minate dall’umidità imperante nella storica chiesetta.
Giorgio Alessandro Pacetti che ha accolto i visitatori nella sua doppia veste di ex Ispettore Onorario della Soprintendenza e di scopritore delle due opere d’arte ha auspicato che queste opere del passato, pietre miliari di un percorso storico-culturale di enorme importanza, vengano preservate per gli amanti dell’arte nella maniera migliore come testimonianza, , di un periodo glorioso della pittura dei secoli passati.
Questa storica chiesetta, salita alla ribalta nel Dicembre 1984 per il ritrovamento di un affresco di scuola giottesca riproducente la Madonna delle Rose in trono attorniata dal Beato Andrea Conti, da san Giovanni Evangelista, da San Leonardo e da Santa’Antonio Abate, è l’unica chiesa nella Regione a possedere due affreschi di Madonne uno del ‘300 e l’altro del ‘500.
Purtroppo l’ultimo affresco rischia di veder rovinata la sua fragile struttura se non si interviene immediatamente con una urgente opera di restauro, come è stato fatto per l’affresco trecentesco sotto la direzione del dott. Franco Rossi della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Monumentali del Lazio nel 1991.
Per la storia, la chiesa di San Rocco aveva ottenuto dal Ministero dei Beni Culturali la modica cifra di 600 milioni di vecchie lire utili al globale recupero del sacro edificio.
Di questa somma, solo una parte è stata utilizzata per il consolidamento delle pareti esterne e per il restauro del tetto sotto la direzione dell’arch. Seno e dell’Ing. Formosa.
Della restante somma, che era destinata al rifacimento interno della chiesa, non si è saputo più nulla.
Auspichiamo che il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Lazio riesumando la pratica di San Rocco di Piglio, possano verificare quanto è successo tutto a danno di una chiesa che sta  giorno dopo giorno perdendo i tesori artistici, che deperiscono sempre più per la forte umidità proveniente dal tetto e dal fosso a cielo aperto  confinante.
Piovono contributi regionali per le sagre goderecce di un sol giorno e per i divertimenti di piazza e, purtroppo, non ci sono i fondi necessari per la salvaguardia del patrimonio artistico culturale del nostro Paese. Per l’arte, come al solito, bisogna stringere la cinta!
Giorgio Alessandro Pacetti