Sperimentazione sui macachi, la sentenza del Consiglio di Stato attesa per il 28 gennaio

Parma, una battaglia iniziata mesi fa, tra polemiche, raccolte firme e accorati appelli. Il 28 gennaio finalmente si saprà l’esito della crociata intrapresa dalla LAV in difesa dei macachi utilizzati nella sperimentazione “Light-uo” delle Università di Parma e Torino.

Contro la sperimentazione sui macachi molte associazioni animaliste ed ambientaliste, in prima fila la LAV che ha raccolto l’adesione di ben 450mila persone per fermare questo studio.

Michela Kuan, biologa responabile per la ricerca senza animali della LAV ha dichiarato che da “due anni c’è il mancato rispetto dei criteri di autorizzazione per questo esperimento”- 

La biologa ha spiegato che la LAV osteggia l’esperimento sia per ragioni etiche che scientifiche, in quanto non ci sarebbero riscontri utili sull’uomo e che i ricercatori non avrebbero fornito garanzie o certezze.

“I macachi hanno già subito interventi chirurgici, oltre ad addestramenti forzati, anestesie ripetute, e persino un viaggio di molte ore da Parma a Pisa”- ha proseguito-“per essere sottoposti ad altri esami in un centro, oltretutto, che non ci risulta essere abilitato a lavorare su scimmie, ma solo su uomini: chi ha controllato ogni fase? Quale esperto nell’espressione del dolore e dello stress nei primati ha certificato il loro benessere?”.

Kuan ha infine promesso che la battaglia non è finita e i macachi non sono gli unici animali da salvare dalla sperimentazione.

Secondo quanto riportato, il progetto delle due Università, prevederebbe di ricreare un “modello animale” per lo studio di persone che hanno perso la vista in maniera parziale a causa di danni cerebrali.

I macachi prescelti per la sperimentazione dovrebbero essere sei, per essere sottoposti a un intervento chirurgico al cervello che li renderebbe parzialmente ciechi. Infine al termine dell’esperimento sarebbero uccisi.

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