Un nuovo movimento a difesa dei diritti dei figli

Troppo spesso, si sente parlare di casi dettati dalla disperazione. Stragi familiari, suicidi-omicidi. Situazioni che si creano quando la frustrazione e la prostrazione psicologica di un individuo superano quel labile limite tra la coscienza e la violenza.

Gli uomini in particolare si sentono oppressi da un sistema giudiziario quasi sempre schierato a favore della donna, dimenticando i più basilari doveri sulla parità dei sessi.

Per questo motivo il movimento Unione Padri Separati si è schierato in campo. Qui riportiamo un comunicato di presentazione:

Sono cambiati i tempi, e oggi ci troviamo con leggi che rispecchiano il livello culturale ed
un sistema legislativo degli anni ’60 ‘70, tempi in cui la madre era
il “focolare” della casa, ma soprattutto la madre stava in casa ad
occuparsi regolarmente e giornalmente dei figli, casa Chiesa e
figli.

Oggi non è più così: con l’emancipazione femminile, peraltro
giusta e anche “costretta” da un’economia sempre più instabile
che costringe le donne ad essere non solo madri ma anche
lavoratrici, ci troviamo di fronte ad una parità di ruoli e di compiti
che coinvolgono sia la madre che il padre, entrambi impegnati
nell’ambito del lavoro, sia nell’educazione dei figli al 50%.

Di conseguenza, in questa “datata” legge nelle separazioni, il
genitore affidatario è sempre la madre, ma è giusto così?
Oggi, nel 2021 è giusto che i figli di base siano domiciliati presso
la madre?

Sorge spontaneo pensare che sia molto difficile per una madre
svegliarsi la mattina, preparare la colazione e accompagnare i
bambini a scuola e poi andare a lavorare, magari neanche li può
portare poiché ha lo stesso orario di ingresso in fabbrica o in
ufficio.

Ecco perché la legge è obsoleta, siamo oramai di fronte ad un
sistema giuridico standardizzato e atto ad un “copia e incolla” per
usare un termine moderno, dove un Magistrato non legge
neanche le memorie depositate dagli avvocati e tantomeno si
interessa nel profondo della separazione in atto, ma si affida
automaticamente ai Servizi Sociali, però la “storia di una famiglia”
rimane sul banco dello stesso Giudice, il quale invece avrebbe

dovuto studiare la storia di quella famiglia in crisi, aprire quel
benedetto faldone di carte e leggere a fondo, prima di sedersi
dietro ad una cattedra, oppure il valore più importante della
Costituzione nell’Art.23 ove si basa l’intera società e cioè LA
FAMIGLIA, non è più degno di attenzione e di approfondimento ?
È questo il nocciolo del problema, si perché è proprio da questo
punto, è da questo modo “superficiale generico” dei Magistrati
che partono tutti i problemi, da qui nasce il vero “calvario” di un
padre e di una madre di cui ne fanno le spese i figli.

Oppure la famiglia che si separa diventa un Business? Ma di
questo ne parleremo in un altro articolo.

Comunque inizia una Via Crucis, fatta di affidamento della
“pratica” di separazione affidata agli Assistenti Sociali, i quali
devono ricostruire dal nulla una storia che è rimasta sul tavolo
del Giudice, e allora partono le c.t.u., e allora partono i tempi
biblici di udienze che variano dai sei agli otto mesi, e allora
partono tutte quelle violenze di mobbing che i figli subiscono
perché ovviamente sono stati affidati alla madre, con l’inizio
palese di frequentazioni mai rispettate e tutte quelle forme di
angherie volte a punire un padre e che non tengono mai conto
della sofferenza atroce che patiscono i figli.

Questa lunga prefazione per introdurre l’argomento su
“un’azione di abuso psicologico” che ovviamente scatta
automatica contro i figli, proprio perché i figli non sono distribuiti
nella coppia al 50%, ma per l’80% del tempo staranno con la
madre e il resto con il padre e “qualcuno” userà in abuso questo
tempo a disposizione per sfogare tutta la sua vendetta, o

risentimento, o sofferenza regressa contro l’altrui coniuge. E di
conseguenza con:
• sabotaggi delle frequentazioni della prole;
• emarginazione dai processi decisionali tipici dei genitori;
• minacce;
• denigrazione e delegittimazione familiare e sociale.

Comunque si parla sempre di un abuso quando un Magistrato
affida i figli alla madre e gli stessi con il tempo tendono a
distaccarsi sempre di più dalla figura paterna, ecco quindi questo
“abuso” viene chiamato oggi PAS (Sindrome di Alienazione
Parentale, o meglio in inglese “Parental Alienation Syndrome”.

Oggi ci troviamo in Italia davanti ad una situazione imbarazzante
che viene denunciata anche dalla C.E.D.U (Convenzione europea
per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali) ed è la stessa Commissione europea la quale
costantemente e puntualmente bacchetta L’Italia per il non
rispetto di tale diritto nel non riconoscimento di tale patologia.

Oggi ci troviamo nei vari Tribunali a non poter assolutamente
parlare di PAS, in quanto non scientificamente riconosciuta dal
DOS (Laboratorio di Storia e Comunicazione della Scienza) e
quindi ?

Come si può denunciare tutta una serie di abusi in atto “durante”
l’arco del procedimento di Separazione (quasi sempre giudiziale)
?

Con il Mobbing Familiare

Un esempio può far capire meglio il concetto: sebbene il termine
Mobbing venga utilizzato soprattutto per riferirsi a situazioni
nel mondo del lavoro, più in generale, il termine indica i
comportamenti violenti che un gruppo rivolge a un suo membro;
in riferimento al mondo del lavoro simili attività possono anche
essere messe in atto da persone che abbiano una certa autorità
sulle altre, in tal caso si parla di “bossing”; e nel mondo scolastico
si parla di ”bullismo-cyberbullismo”, nel campo militare si parla
di “nonnismo” e nella Famiglia? …. Il nulla, o meglio, ogni
Tribunale discerne caso per caso per arrivare alla PAS, ma la
stessa non fa parte di nessun “glossario” civilistico o penalistico.

Quindi la stessa parola PAS purtroppo oggi non può essere
nemmeno pronunciata in nessun tribunale italiano poiché non
viene considerata come una patologia/malattia, ma sicuramente
deve e dovrà essere considerata penalmente perseguibile al pari
del Mobbing o dello Stalking ordinario, se non addirittura in
maniera più incisiva di altri considerando i danni psicologici
spesso irreparabili a danno di un minore.

Quindi, il Mobbing Familiare (PAS) se non è dimostrato
scientificamente e non può essere considerata come malattia, è
sicuramente una serie di comportamenti illecita a danno del
minore e di conseguenza a danno della stessa bigenitorialità.

L’Unione Padri Separati, tra tutte le battaglie svolte e in essere a
favore dei diritti del minore, considera assolutamente importante
che una volta per tutte venga affrontato il problema “mobbing
familiare” (per il mondo intero PAS) al fine esclusivo della
salvaguardia dei diritti dei minori, e anche per non leggere nei
rotocalchi nazionali notizie di papà costretti a vivere

nell’indigenza, in auto, o nel peggiore dei casi arrivino a gesti
estremi come in diretta TV nel 2006 > dove un papà ha tentato di
darsi fuoco davanti alle telecamere perché disperato, da anni non
poteva vedere suo figlio.
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006
/12/08/padre-separato-vuol-darsi-fuoco-protesta-choc.html

Ecco il momento per dire basta a questo sistema legislativo
vecchio ed obsoleto, basta al business sulle separazioni, business
sui figli con le case-famiglia, basta tempi di attesa biblici e a
pubblici ufficiali impreparati che trattano una FAMIGLIA come
una pratica veloce da sbrigare.

Ci vuole serietà con Magistrati preparati e specializzati, ci vuole
una proposta di legge che superi gli interessi di un partito politico
e che sia ben più importante di una legge sui monopattini o altre
fesserie.

LA FAMIGLIA ESISTE ANCHE NEL DOPO SEPARAZIONE.

Si può aderire al movimento attraverso i seguenti link:

 

UNIONE PADRI SEPARATI pagina facebook:

Ed il gruppo privato: https://www.facebook.com/groups/122749929760083/