Il parroco don Raffaele Tarice ha reso noto che i festeggiamenti in onore della Madonna delle Rose avvengono nell’interno del Santuario mariano dove si venera la sacra immagine miracolosa e la statua nel rispetto delle misure di sicurezza anti covid-19.
Si inizia nei giorni 19-20-21 maggio con una celebrazione di una Messa officiata da don Raffaele alle ore 17,30 preceduta dalla recita del Santo Rosario.
Il 24 maggio, lunedì della Pentecoste, quando la chiesa di rito romano festeggia la “Beata Vergine Maria Madre della Chiesa”, istituita da papa Francesco nel 2018, don Raffaele, invece, celebrerà alle ore 11,00 una Messa, sempre nel Santuario, alla presenza delle autorità civili e militari, dei rappresentanti delle numerose Associazioni locali, delle tre confraternite.
Nel pomeriggio alle ore 16,30 la recita del Santo Rosario precederà la lettura dei Vespri a conclusione dei festeggiamenti religiosi in onore della Madonna delle Rose.
Le origini storiche della profonda venerazione a Maria risalgono a qualche secolo addietro, quando la popolazione pigliese, per intercessione della Madre Santissima detta delle Rose, fu liberata dalla peste.
Il popolo, per gratitudine dell’ottenuto beneficio, proclamò la Madonna delle Rose compatrona di Piglio.
Il miracolo ebbe luogo il 30 Ottobre del 1656, in una cappellina fuori le mura di Piglio, dove, successivamente, è sorto il Santuario mariano come ringraziamento per la “salvezza del popolo pigliese”.
Per la cronaca:
il Santuario resterà aperto per tutta la giornata di Lunedì 24 Maggio per permettere alla popolazione di rendere omaggio alle due sacre immagini della Madonna delle Rose ivi conservate e per pregare per la fine di questa “pandemia” che è riuscita ad annullare, per il secondo anno, le due processioni della Madonna delle Rose, proprio nel mese mariano: quella notturna del 21 maggio e quella diurna del 24 maggio alle quali partecipa tanta gente che viene anche dai paese limitrofi, ma la fede del popolo pigliese verso la sua Compatrona è rimasta salda, immutabile e profonda come avvenne per la pestilenza del 1656 che riuscì a dimezzare la popolazione pigliese.
Giorgio Alessandro Pacetti