Nuove scintille a Trevi nel Lazio, tra l’opposizione di Unione e Cambiamento e l’amministrazione Grazioli.

Secondo il consigliere Cecconi, l’aver bloccato in passato l’approvazione del piano regolatore (già in corso) e riavviandola ha determinato dei ritardi e dei disagi. La riapprovazione dello stesso, con la ripartenza da zero,  comporterebbe dei passaggi burocratici e delle lungaggini che si sarebbero potute evitare.

Riportiamo integralmente il comunicato:

“Il Gruppo Unione e Cambiamento coglie l’occasione per ribadire la propria contrarietà alla scelta
scellerata di questa maggioranza.
Come noto, infatti, il PRG di Trevi era già in procinto di essere approvato nel 2015.
In quella data però, subentrò l’amministrazione Grazioli, la quale decise di annullare tutto il lavoro
svolto fino a quel momento e far ripartire l’iter praticamente da zero.
E’ vero, il percorso, a partire dal 2002, era risultato pieno di difficoltà e di interruzioni, come ben sa
Grazioli avendo, egli stesso, operato, quale sindaco, negli anni 2006 – 2009.
Ma eravamo e restiamo dell’opinione che la cosa più logica ed economica da fare, era quella di
andare all’approvazione immediata del vecchio PRG e, subito dopo, procedere ad un suo radicale
aggiornamento.

Oggi paghiamo le nefaste conseguenze di quella scelta: SONO TRACORSI ALTRI SEI ANNI,
senza poter disporre dello strumento urbanistico.
NON SOLO! L’attuale amministrazione comunale di Trevi, spesso caratterizzata più per la sua
arroganza che per la sua pragmaticità, APPROVANDO UN NUOVO PIANO REGOLATORE, ha, di
fatto, dovuto dare nuovo incarico, determinando, così, una lievitazione dei costi, che, a spanne,
dovrebbero aver superato i 100.000 Euro.

Oltre al nuovo incarico ci siamo ritrovati a dover pagare anche la PROCEDURA VAS, procedura da
cui il vecchio PRG risultava escluso, essendo intervenuto l’obbligo solo a decorrere dal 2006.
Simile sorte per il N.O. GEOLOGICO, di cui l’attuale amministrazione si vanta di averlo ottenuto,
ma non dice che già era stato approvato per il precedente PRG nientemeno che nell’anno 2008.
Oggi tocca agli USI CIVICI, problema intervenuto solo a causa della scelta di questa
amministrazione, dato che deriva da una sentenza della Corte Costituzionale del 2018,
provvedimento in cui è incappato il nuovo PRG, ma ne sarebbe stato esente il vecchio.
Altro giro, altra corsa, altri soldi!

Alla luce di quanto sopra, questo Gruppo, esprime il proprio voto contrario.
UN VOTO CONTRARIO, che sia chiaro, NON ALL’APPROVAZIONE DEL PIANO REGOLATORE,
che, anche per questo passaggio, otterrà sicuramente i voti della maggioranza, MA PER
DENUNCIARE, PUBBLICAMENTE, I LIMITI ED I DANNI CAUSATI DA QUESTA
AMMINISTRAZIONE.

Il Capogruppo
Dott. Vincenco Cecconi”

 

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