Queste sono le previsioni della Coldiretti.
In una nota poesia di quasi un secolo fa, Trilussa definiva la Statistica come quella cosa per cui se qualcuno mangia un pollo e qualcun altro no, in media hanno mangiato mezzo pollo ciascuno.
Soltanto uno è sazio mentre l’altro è a digiuno.
Così è la statistica per la vendemmia di Piglio.
La Coldiretti, infatti, ha annunciato un calo della produzione di una in ciociaria del 20% quando invece a Piglio ci sono terreni che per vedere un grappolo di uva occorre un cannocchiale.
Le perdite sul territorio pigliese, infatti, non sono omogenee per cui non si può fare una percentuale alla Trilussa.
Ci sono aree con perdite ingenti e altre con danni molto limitati.
Nei terreni di Piglio, famoso per il Cesanese, purtroppo, c’è ancora la presenza di peronospora a causa del cambiamento climatico avverso.
La peronospera, è un microrganismo che svuota e rinsecchisce i grappoli di uva a causa soprattutto del caldo e dell’umidità elevata e che ha causato ingenti danni alle coltivazioni mettendo letteralmente in ginocchio numerose aziende site nel territorio di Piglio.
Per questo motivi i titolari delle aziende hanno chiesto interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva di cui all’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, in deroga all’articolo 5, comma 4, del medesimo decreto legislativo.
Tale richiesta farà parte integrante per il riconoscimento dello stato di calamità da parte della Regione Lazio.
Giorgio Alessandro Pacetti