Nell’anno 1967 il compianto Enrico Celletti, Presidente della Sottosezione di Piglio, dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra -Sezione Provinciale di Frosinone- scriveva una lettera Prot. n° 26 del 30 Marzo 1967 all’avv. Emanuele Lisi, Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone.

Ne riportiamo il testo:

Questa sottosezione di Mutilati ed Invalidi di guerra, pur se a distanza di ben quarantotto anni dalla fine della prima guerra mondiale, ha preso iniziativa per la costruzione di un Monumento ai Caduti in guerra a perenne ricordo degli eroi pigliesi caduti nell’adempimento del proprio dovere, in quanto questo Monumento non esiste.
Purtroppo per realizzare detta opera, eroica e storica, si rende necessaria la disponibilità di una somma di circa Lire 2.000.000,00 (delle vecchie lire).
Abbiamo effettuata una questua tra la popolazione, regolarmente autorizzata dalla Questura, e questo popolo pur essendo molto generoso, ma povero in quanto dedito all’agricoltura ha in parte risposto al nostro appello, ma purtroppo la somma raccolta è irrisoria e non consente portare avanti l’iniziativa di questa sottosezione.
E’ per questo motivo, che mi rivolgo all Sig. Presidente della Provincia, nella persona dell’avv. Lisi, a voler stanziare un contributo a favore di questa sottosezione al sol fine di poter realizzare questa grande opera storica, pur se in un piccolo centro, che ha dato alla Patria ben 140 giovani. In proposito, è stato rivolto appello a S.E. il Presidente della Repubblica On.le Giuseppe Saragat e al Ministro della Difesa On. Tremelloni, con la speranza, che trattandosi di un dovere verso questi giovani deceduti nell’adempimento del proprio dovere, e per la grandezza della nostra Patria venha accolto ed esaudito.
Così pure, spero Sig. Presidente nella sua sensibilità, e far sì, che quest’opera venga realizzata anche a Piglio. Resto in attesa di una risposta in merito distinti saluti”.
Grazie ai contributi elargiti, il 4 Novembre 1967 il Monumento è stato inaugurato in pompa magna come da foto.
Giorgio Alessandro Pacetti