Il presidente della Camera Roberto Fico è intervenuto alla XVII Conferenza dei presidenti di Parlamento dell’IAI (Istituto affari internazionali).
Nel suo commento Fico ha posto l’accento sulla transizione digitale, che conduca ad uno sviluppo sostenibile. Ha detto il presidente della Camera, che non dobbiamo subire l’innovazione, ma guidarla.

“Non possiamo affidare integralmente la transizione digitale alle logiche di mercato. Occorre che le autorità pubbliche, a tutti i livelli di governo, sappiano guidare l’innovazione e non subirla. Ciò presuppone una scelta di fondo: occorre che la transizione digitale sia intesa come parte di un più ampio passaggio verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile in senso sociale, economico e ambientale”.

“La sostenibilità – osserva – significa, tra le altre cose, creare posti di lavoro (non precari) e tutele sociali avanzate anziché competere sui mercati internazionali abbassando i salari e gli standard sociali”.

Un riferimento chiaro ad uno sviluppo verso una migliore performance del mondo del lavoro, che non debba rincorrere la competitività sulle spalle dei lavoratori.

Roberto Fico ha precisato che questo “Significa utilizzare tutte le potenzialità della ricerca e dell’innovazione scientifica e tecnologica” Va fatto, aggiunge “in modo benefico per tutti i cittadini, senza lasciare nessuno indietro. Legare in particolare la transizione digitale a quella ecologica. Questo consente di esaltare l’apporto delle tecnologie innovative per operare il passaggio da un’economia lineare ad una circolare. L’obiettivo dice poi Fico e la realizzazione di investimenti verdi e la creazione appunto, di nuova occupazione di qualità”.

L’importanza della formazione dei giovani

Fico Ha poi proseguito “Dobbiamo puntare, in questo contesto, anche sulla formazione, effettivamente accessibile a tutti i giovani, orientata allo sviluppo di nuove competenze digitali e all’accesso a nuove professioni”.

Stigmatizza la reale necessita di una platea di giovani pronta alle nuove realtà lavorative. Una preparazione concettuale al passo con il passaggio alle cognizioni realtive alle nuove occupazioni. Ma anche e soprattutto alle “rivoluzioni” che interesseranno tutti gli ambiti lavorativi.

Infatti il presidente della Camera conclude il suo intervento ribadendo con forza proprio questo concetto. “L’obiettivo – ha detto – deve essere quello di ridurre il disallineamento tra le competenze dei lavoratori e quelle richieste dal sistema produttivo. E soprattutto occorre fare in modo che la transizione digitale non crei ulteriori diseguaglianze fra i giovani. Ma ci aiuti al contrario a ridurre quelle esistenti”.