Sul palco del Concerto del 1° maggio, il rapper attacca la Lega per le posizioni sul decreto Zan. I leghisti ribattono:” è solo pubblicità quella che vuole ottenere Fedez”.
Accuse del rapper rivolte anche alla Rai a causa di una presunta censura al suo testo introduttivo. L’azienda di viale Mazzini smentisce, ma Fedez pubblica una telefonata tra lui e un addetto della Rai.
I Dem invocano dimissioni e scuse ufficiali.

Salvini attacca prima

Uno scontro a distanza (su temi politici) tra l’artista e il leader leghista, che infiamma l’evento del primo maggio e si trascina anche dopo il “concertone”.
Erano già noti i contenuti del testo contro le posizioni leghiste in merito al decreto Zan, prima ancora dell’esibizione del rapper.
Salvini gioca d’anticipo e alle 17.30 scrive su Twitter: “Il ‘concertone’ costa circa 500.000 euro agli italiani, a tutti gli italiani, quindi i comizi ‘de sinistra’ sarebbero fuori luogo”.

Fedez replica

La replica di Fedez è scontata, e con un commento laconico, risponde proprio sulla questione economica e dice: “È la Lega che è costata 49 milioni agli italiani”, volendo sottintendere che i leghisti sono gli ultimi a poter parlare di denaro.

La controreplica

Salvini, con una controreplica su Facebook, invita (di nuovo) il cantante “a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti. Adoro la Libertà, adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così”. Precisa Matteo Salvini.

Il discorso dal palco

Fedez, dal palco non si limita ad attaccare la Lega sul decreto Zan, ma riporta un elenco di interventi omofobi di esponenti leghisti.
Nel suo commento, racconta poi il rapper, che c’è stato un vero tentativo di censura ad opera della Rai. Quando poi è andato in onda con la diretta tv su Rai3, spiega le sue accuse. Racconta che la prima volta “l’approvazione non c’è stata”. Prosegue precisando: “i vertici di Rai3 mi hanno chiesto di aggiustare il monologo, poi alla fine mi è stato dato il permesso di esprimermi liberamente. Ma il contenuto è stato comunque definito inopportuno dalla vice direttrice di Rai3″.

Le smentite dalla Rai

La Rai e l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, in un comunicato, fanno sapere: “È falso che sia stato chiesto a Fedez di visionare prima, il testo del monologo che avrebbe tenuto sul palco”.
Il comunicato prosegue: “Rai3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale”.

“È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta”. Sottolinea la nota dell’azienda, che prosegue specificando la posizione in merito alla censura, spiegando che questa, non viene operata né da Rai3, né dalla Rai in assoluto nei confronti di nessun artista del concerto.

La nota Rai conclude con la precisazione: “La Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil. E’ quella società che si occupa della realizzazione e dell’organizzazione del concerto e dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi”.

Fedez si gioca il Jolly

Per avvalorare le sue ragioni, il cantante posta una telefonata (con toni piuttosto animati) intercorsa tra lui e un addetto Rai. I contenuti della conversazione sono il dibattimento in merito ai temi che Fedez avrebbe trattato dal palco del concerto.
Posizioni evidentemente diverse che alla fine hanno trovato la quadra.

Finalmente il palco

Fedez inizia Il suo discorso con “l’appello” al presidente del Consiglio dei Ministri, che l’artista chiama solo usando il nome di battesimo. “Caro Mario, capisco che il calcio è fondamentale per il gran numero di lavoratori che coinvolge ma non dimentichiamo che il numero dei lavoratori nello spettacolo si equivale. Qualche parola in difesa di un settore decimato da questa emergenza e regolato da normative risalenti agli anni Quaranta non sarebbe male. Come si è opposto alla Superlega sarebbe gradito un suo intervento per il mondo dello spettacolo”.

La critica alla Lega

A questo punto il cantante sferra il suo colpo contro la Lega. Non solo racconta delle frasi omofobe di alcuni rappresentanti leghisti, ma fa pure nomi e cognomi. Un Fedez in “versione impegnata” a tutto tondo, quella che viene offerta al pubblico, oltre alla parte musicale che attiene all’artista. Poi l’esibizione inizia e il rapper esegue “Bella storia”, il suo brano in scaletta.

Massimiliano Capitanio

E’ il capogruppo della Lega in Vigilanza Rai, Massimiliano Capitanio, che gela con una risposta il 31enne Federico Leonardo Lucia, al secolo Fedez. Il capogruppo accusa: “Nella giornata dei diritti dei lavoratori, Fedez, contravvenendo alle regole Rai, ha sfilato con il cappellino Nike, dimenticando la tempesta di polemiche sullo sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia che investì proprio quella multinazionale”.
Infine aggiunge: “Probabilmente le polemiche del cantante sono finalizzate a dare più visibilità a chi lo paga per questa sfilata. Chi ha consentito a Fedez di fare pubblicità alla Nike? Chi gli ha consentito di fare un comizio per privare della libertà di espressione chi non la pensa come lui o per minacciare la libera attività parlamentare?”.

Letta ringrazia

Il segretario generale dei Dem Enrico Letta ringrazia Fedez per le parole dal palco del Concertone del primo Maggio.
Ospite a Radio24, Letta ha detto: “Ci aspettiamo scuse dalla Rai, un chiarimento. Io voglio ringraziare Fedez, il fatto che uno come lui parli di questi temi rende possibile di rompere questo tabù, che sembra che non si può parlare di diritti perché siamo in pandemia”. Ha poi concluso: “sono perfettamente d’accordo con le sue parole”, riferendosi alle parole dell’artista.