Trevi  nel  Lazio.  Annullato il consiglio comunale del 6 agosto, l’inviato al 27.  Abbiamo intervistato Vincenzo Cecconi, capogruppo della minoranza  per avere delucidazioni su quanto sia successo. Lo sfogo del consigliere è forte, pregno di rabbia e rassegnazione.

Il Consiglio comunale di Trevi del 6 agosto è stato parzialmente annullato e rinviato al 27 p.v. Intorno a questa vicenda si sta alzando un gran polverone. In qualità di Caprogruppo di Minoranza, quale è la sua versione?

Non c’è nessuna versione personale o di parte, ci sono solo fatti! L’approvazione del Conto Consuntivo in Consiglio deve essere preceduto dal deposito degli atti relativi almeno 20 giorni prima, questo per consentire ai singoli consiglieri di avere piena e corretta cognizione dei conti dell’Ente e poter consapevolmente deliberare. La nostra amministrazione, nota per la sua sciatteria, si è semplicemente “dimenticata” di notificare l’avviso di deposito al Consigliere Pietro Bianchini.

 Davvero c’è stata una mancanza così grave?

Direi gravissima, tant’è che il Consiglio è stato interrotto. Successivamente, convocato, di nuovo al 27 agosto. È da tempo che cerco di spiegare alla maggioranza, che la democrazia non è una ideologia, ma un contenitore pieno di regole. Regole il cui rispetto è fondamentale per il funzionamento armonico del sistema, anche di quello di un piccolo comune. Ma a quanto vedo con scarsi risultati.

Secondo lei di chi sarebbe la colpa?

I nostri amministratori stanno scaricando sui dipendenti ogni addebito, ma così non è, e così non può essere. La colpa è solo ed esclusivamente della nostra Amministrazione e del nostro Sindaco. Questo per almeno due motivi: innanzitutto perché a causa della disperata situazione economica, non ha provveduto a sostituire il segretario comunale. L’unica figura che a Trevi, avrebbe la professionalità per far viaggiare, con regolarità la macchina amministrativa. In secondo luogo perché, lo stesso Sindaco, in modo piuttosto irrituale, si è attribuito anche il ruolo di Responsabile del Servizio Amministrativo. Ruolo che normalmente appartiene ai dipendenti, ragione per cui, in questa veste, è sempre e solo lui che avrebbe dovuto supervisionare gli atti. Poi, come Sindaco, guardare ciò che stava firmando. Troppo comodo scaricare i propri limiti e le proprie responsabilità ai subalterni. Anzi, direi che è proprio da vigliacchi.
Il sindaco di Trevi afferma che è tutto normale
Il Sindaco di Trevi minimizza tutti i suoi insuccessi, ed è anche molto bravo a farlo. Ma in questo caso, ha semplicemente rischiato lo scioglimento del Consiglio Comunale. Per cui credo sia solo la paura a farlo parlare.

Quali conseguenze si possono prefigurare?

Siamo sul filo di lana. Il Prefetto, con una nota con cui non nasconde affatto la sua irritazione per l’accaduto, ha diffidato ad adempiere, all’approvazione dei documenti contabili. Andrà fatto entro il termine improrogabile del 31 agosto. In caso di inottemperanza si procederà allo scioglimento del Consiglio, come prevede la legge. È una situazione delicatissima. I nostri amministratori non sembrano abbiano pienamente metabolizzato e l’unica cosa che sanno fare è attaccare e colpevolizzare. Oltre che i dipendenti,  è stata attaccata anche la minoranza. Come se chi riceve una notifica errata, o non la riceve proprio, potesse avere colpe di qualche tipo. Una cosa mai sentita!

C’è dell’altro?

Certo che si! Tanto per gradire, si intrecciano le preoccupanti scadenze imposte dalla Sez. di Controllo Regionale della Corte dei Conti che, con propria Delibera n. 60/2021, ha disposto, al Comune di Trevi di adottare urgenti misure correttive al rendiconto 2019. Entro il 16 agosto p.v., dato che mancano all’appello la bellezza di 652.635 Euro. Per conseguenza dovrà essere allineato il conto consuntivo del 2020. Soprattutto, il Piano di Risanamento Pluriennale che, sottostimato del 27%, dovrà passare da € 1.833.000 a € 2.333.000. Insomma, più che un problema, questa Amministrazione è una vera e propria catastrofe. Da scenario apocalittico (amministrativo) dantesco, come ironicamente evocato dal solito “amico giornalista” di palazzo. Immagine che, invece, è tutt’altro che lontana dalla realtà.

I vostri avversari vi accusano di essere distruttivi?

Perché, c’è altro da distruggere a Trevi? Dopo il loro passaggio, ormai, non restano che macerie! Abbiamo un disavanzo da ripianare da DUE MILIONI e TRECENTOTRENTAMILA Euro, la Corte dei conti che ci sta alle calcagna. Un paese lacerato, economicamente e socialmente, una totale assenza di prospettiva, di programmi e di politiche.

In questo momento, è estate, periodo di turismo. Ecco, pensiamo solo che in questi anni i nostri amministratori sono stati in grado di cancellare qualsiasi iniziativa culturale e di interesse turistico ereditata da chi li aveva preceduti. Questo a fronte di un vuoto di idee, che viene parzialmente riempito solo dalle associazioni locali. A cui deve andare tutto il nostro ringraziamento se a Trevi, ancora esiste un programma estivo. Oppure si pensi al progetto del Museo Pierantoni, ormai regredito e fermo da quando Grazioli & C. sono tornati in maggioranza. All’inaccettabile stato di abbandono della Cascata. E noi saremmo distruttivi? Viene da ridere! La distruzione di questo paese non la possono compiere coloro che la denunciano, bensì coloro che agiscono stando al governo. Silvio Grazioli e i suoi, con qualche piccola modifica di squadra strada facendo, sono in sella da ben sei anni. Stanno facendo tutto loro e lo stanno facendo male.

Anche se fuori tema, cosa ne pensa della gestione della raccolta differenziata?

A proposito di disfattismo! Quella della raccolta dei rifiuti è una nota dolente, molto dolente. Abbiamo un’Amministrazione che in un anno, non riesce nemmeno a consegnare i kit dei contenitori a tutte le utenze. Che non riesce a garantire un servizio puntuale ed efficiente, al punto che costringe i propri cittadini a farsi fare la multa da altri comuni per smaltire i rifiuti quotidiani. Che non garantisce isole ecologiche e conferimenti a chiamata dei rifiuti ingombranti. A questo va aggiunto che la società incaricata non effettua il taglio dell’erba nei centri abitati di Trevi ed Altipiani. Non provvede a consegnare, gratuitamente, come da contratto, le buste per effettuare la differenziata.

Per contro siamo il comune tra i più tartassati d’Italia in rapporto alla popolazione. I contribuenti, infatti, per il PEF con il quale sono state stabilite le tariffe (con voto contrario della minoranza), debbono versare la bellezza di 549.000 euro annui, ovverosia, per utilizzare un parametro confrontabile, circa 300 euro procapite. Mentre, nel resto d’Italia il rapporto oscilla dalle 125 € (Molise) alle 265 € (Campania) procapite. Insomma c’è una differenza enorme, tra noi ed il resto del Paese. Questo è un fatto inaccettabile!

Argomento scottante anche quello della gestione dei rifiuti

La situazione dei rifiuti, oltre che un problema serio, è la sintesi di questa Amministrazione. Approssimazione, inadeguatezza e superficialità, associate a supponenza, arroganza e spregiudicatezza. Il risultato di questo mix è rappresentato da una generale regressione del paese. Dall’aumento delle tasse. La diminuzione dei servizi e la totale assenza di politiche sociali, di promozione e di sviluppo.

Cosa ci dobbiamo aspettare?

Purtroppo niente di buono! Da un lato, infatti, questa amministrazione non sarà in grado di cambiare rotta. A fallimenti aggiungeranno altri fallimenti. Ma ciò che preoccupa di più sta nel fatto che coloro che hanno determinato un debito senza precedenti, per il Comune di Trevi, sono gli stessi che vorrebbero metterci rimedio. Dalle premesse, per parafrasare un vecchio film di Troisi e Benigni, “non ci resta che piangere”.