Alcuni accusano lo Stato di fare assistenzialismo. Sarebbe bene riflettere però che nel nostro Paese ci sono tante realtà di disperazione e desolazione…

Livorno, la polizia ha ricevuto una telefonata da un uomo di 86 anni che chiedeva aiuto, ma non per un delitto o per denunciare un fatto di cronaca, l’uomo ha chiesto aiuto perché ha fame.

L’agente che ha risposto alla chiamata si è sentito dire da Alfredo Ianda “Sono solo, non mangio da giorni. Vi prego, aiutatemi”. Gli agenti Andrea Maio e Emanuele Giugliano si sono recati presso l’abitazione dell’anziano ed hanno trovato un uomo sfinito seduto su una sedia, impossibilitato ad uscire. Il frigo vuoto e nulla da mangiare in casa.

A quel punto uno dei due agenti è rimasto in casa a tranquillizzare l’anziano: “stia tranquillo, risolviamo il problema con un buon pranzo”, mentre l’altro è andato a fare la spesa. Quando il poliziotto è ritornato aveva un sacchetto con pasta, carne, sughi, frutta e verdura. I due agenti di polizia si sono messi quindi messi ai fornelli e hanno preparano un pasto per l’uomo.

Poi Alfredo ha raccontato la sua vita ai “due angeli con la pistola”, come li ha definiti. Il suo lavoro da ormeggiatore al porto di Livorno e poi l’amore per la moglie che ormai sono vent’anni che è morta, la solitudine e l’età che rende tutto più difficile.

Gli agenti hanno avvisato i servizi sociali della situazione critica in cui versa l’86enne e ora scatteranno tutti gli aiuti del caso.
Il questore Roberto Massucci spiega che quello che è accaduto non rappresenta un caso unico per la città, e lui si propone di agire in ogni tipo di disagio sociale. Il questore punta sulla solidarietà e su un modello di “polizia gentile” al servizio dei cittadini.