Il giardino degli Dei e paradiso degli imperatori, prediletto in special modo da Caligola, che ne fece una Domus Aurea ante litteram, e che era ancora “sepolto” sotto i palazzi della città di oggi. E’ stato ora riportato alla luce in seguito a un lungo percorso di scavi e studi, iniziati nel 2006. La lussuosa residenza sull’Esquilino fu lasciata nel 33 d.C. al demanio imperiale, dal suo primo proprietario, Lucio Elio Lamia.

la Soprintendenza speciale di Roma e l’Enpam ne offrono le bellezza e le caratteristiche con la nascita del Museo del Ninfeo, all’interno della sede dell’ente. Il ritrovamento offerto al pubblico è dedicato ai 363 medici che nel corso dell’epidemia da Covid-19, hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione.

La Soprintendente Daniela Porro, insieme alla direttrice scientifica del progetto, Mirella Serlorenzi, racconta che “L’eccezionalità è poter mostrare tutto questo e i reperti nel loro contesto originario”.
Il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti ha spiegato: “Abbiamo trovato questo patrimonio realizzando la nostra nuova sede. Finalmente tutti potranno vederlo”.

Sono moltissimi i reperti datati dal IV secolo a.C. al IX secolo d.C. E’ possibile vedere gli oggetti di uso comune, una monumentale scala ricurva in marmo e un impianto idrico recante il nome dell’imperatore Claudio.
Presenti anche i resti di animali feroci che erano utilizzati per replicare i Giochi del Colosseo.

Il museo è aperto al pubblico con le due open day di sabato 30 e domenica 31 ottobre prossime. Poi a partire dal 6 novembre il museo sarà accessibile per il pubblico ogni sabato e domenica.

Fonte e foto: Ansa.it