Nel mondo si continuano a registrare nuove varianti del virus SARS-CoV-2.S

Se è vero che fin’ora, delle innumerevoli versioni mutate, soltanto cinque hanno destato preoccupazione, è pur vero che ogni nuova scoperta mette in ansia la comunità scientifica e non solo.

Così, dopo  i casi francesi con la variante IHU, quelli ciprioti con Deltacron, ecco arrivare la “sorella” danese di Omicron.

Per definirla, i ricercatori hanno creato due sotto-lignaggi di B.1.1.529: BA.1, cioè Omicron e il nuovo lignaggio «anomalo» chiamato BA.2.

Dalla Danimarca arriva l’allarme: BA.2 potrebbe essere diventata dominante su BA.1.

Negli ultimi giorni sono stati caricati numerosi genomi BA.2 anche da Sudafrica, Australia e Canada.

Attualmente il maggior numero di sequenze relative alla variante in questione vengono, come detto, all’82% dalla Danimarca, al 7% dalla Svezia, al 3% dall’India.

La differenza tra BA.1 BA.2 è che quest’ultima conserva alcune mutazioni caratteristiche di Delta.

Inoltre, BA.2 non presenta la delezione del gene S che permette di sospettare direttamente dal tampone l’appartenenza alla variante Omicron.

Questa caratteristica, unita alle altre, la rende particolarmente difficile da identificare.

Per poterlo fare, al momento diventa necessario sequenziare tutti i campioni e come sappiamo questo implica una capacità di laboratorio che non tutti i Paesi hanno.

Per questo sono importanti i dati dalla Danimarca.

Anche in questo caso, come per tutti gli altri, è necessario attendere i risultati del monitoraggio, tenendo ben presente che molte varianti sono rimaste confinate in alcune zone senza poi diffondersi per poi scomparire.