Un’imponente esercitazione Nato è in corso nei Paesi nordici e continuerà fino al 1° aprile. Le manovre militari servono per testare la capacità della Norvegia di ricevere rinforzi esterni in caso di aggressione. Questo è in linea con l’articolo 5 della Carta della Nato che obbliga tutti i Paesi dell’alleanza ad intervenire in soccorso di uno Stato membro ce fosse aggredito da un Paese terzo.

Cold Response 2022

L’operazione denominata Cold Response 2022 impegna 30 mila soldati, 200 aerei e 50 navi, provenienti da 27 Paesi.
Lo scopo della missione è la dimostrazione dei soldati di essere in grado di affrontare combattimenti al gelo dell’Artico, sia in terra che in aria e in mare.

L’esercitazione Cold Response era nata pensando ad un coinvolgimento di 40 mila soldati, poi l’emergenza sanitaria e geopolitica, ha dirottato importanti distaccamenti sul fianco orientale della Nato. La portaerei statunitense Harry Truman e la sua scorta, ad esempio, sono rimaste nel Mar Egeo, da dove contribuiscono alla sorveglianza del cielo tenendosi non lontano dall’Ucraina.

Il ministro della Difesa Norvegese

Odd Roger Enoksen una settimana fa ha dichiarato alla stampa che l’esecitazione era programmata già da tempo. Non sarebbe quindi funzionale al conflitto in Ucraina. Enoksen tuttavia precisa che l’attuale contesto della guerra russo-ucraina, rende l’operazione militare molto più significativa.

I partner non Nato

Cold Response 2022 vede la partecipazione di Paesi che non sono parte della Nato ma ad essa sono vicini: Finlandia e Svezia. Il capo delle operazioni del comando norvegese, il generale Yngve Odlo, ha definito “un incontro del tutto naturale” questa partecipazione. Precisa poi il generale che adesso più che mai è importante “allenarci insieme per mostrare la nostra capacità e volontà di difendere i nostri valori e il nostro modo di vivere”.

Un pericolo latente, non immediato

Alle parole di Odlo, fa eco Enoksen che spiega: “Al momento non c’è alcuna minaccia militare contro la Nato o la Norvegia”. “La situazione in Europa però – aggiunge il generale – non è stata così’ imprevedibile per molto tempo”.
Nel territorio russo al confine con la Norvegia (esteso per 196 chilometri nell’Artico), c’è la penisola di Kola dove è insediata la Flotta del Nord. Si tratta di una enorme concentrazione di armi nucleari e moltissime istallazioni militari. La Flotta del Nord (che alcuni chiamano erroneamente: Flotta Settentrionale) è una componente della Marina Militare Russa. Si occupa della difesa delle acque del nord-ovest della Federazione.

Dissapori da Mosca

L’operazione militare, assicura il ministro della Difesa, “dal carattere puramente difensivo” è stata comunicata alla Russia. Le esercitazioni militari, sottolinea Enoksen, sono inoltre distanti dal suolo russo.
Odlo poi ha incontrato il vice ammiraglio Aleksandr Moiseyev, il comandante della Flotta del Nord, tuttavia Mosca si è rifiutata di inviare osservatori. Dall’ambasciata russa la nota è esplicita: “Il rafforzamento delle capacità militari della Nato vicino ai confini della Russia non contribuisce a rafforzare la sicurezza della regione”.

Il parere della Francia

Il generale francese Yvan Gouriou del Rapid Response Corps ha spiegato la sorpresa dell’invasione russa, sottolineando come da parte di molti “esperti” sorgano dubbi sulla possibile “nostalgia per il passato sovietico del presidente Putin”. Da parte di questi esperti c’è comunque la preoccupazione che la Russia punti ad altri territori, ex Paesi dell’Urss, come gli Stati baltici.
Gouriou ritiene che l’operazione Cold Response permetterà di perfezionare la formazione e la volontà di lavorare in ambienti difficili conosciuti più a Est.

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