Con un comunicato congiunto: Comitato NO Biodigestori Frosinone – Valle del Sacco. Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia. Ass. Frosinone Bella e Brutta – ODV. Salviamo il paesaggio – Frosinone. Comitato residenti Colleferro. Cittadini della Valle del Sacco (Sgurgola-Anagni). Cittadini Attivi Vari. Fanno appello ai candidati sindaco.

Il Comune di Frosinone ha votato all’unanimità un atto politico di parere contrario al progetto di un biodigestore anaerobico per il trattamento di 50 mila tonnellate l’anno di frazione organica di rifiuti urbani (FORSU).

Il Consiglio ha espresso la volontà di informare il Prefetto sull’iter regionale in Conferenza di servizi. Sarebbero state rilevate alcune contraddizioni procedurali messe in evidenza dal Comune e dalla Provincia di Frosinone negli ultimi pareri formulati.
La convocazione del Consiglio è arrivata a fine legislatura, con le formazioni politiche già impegnate in campagna elettorale. Per questo, la mozione contro il biodigestore rischia di non potersi concretizzare, in quanto il progetto della società Maestrale Srl è arrivato alla fase conclusiva dell’iter regionale per il rilascio della valutazione di impatto ambientale (VIA).

Fermare il progetto

Sicuri che l’azione del Comune di Frosinone nella Conferenza di servizi (data ancora da fissare) sia decisiva, è necessario che nel frattempo vengano prodotti atti amministrativi utili a fermare il progetto in ottemperanza al voto contrario e unanime del Consiglio. Il Comune di Frosinone dovrà rivendicare le garanzie sanitarie, economiche, impiantistiche e gestionali per assicurare salute, sicurezza, viabilità ed urbanistica onde evitare ulteriori aggravamenti della valle del Sacco.
Siamo altresì sicuri che la bocciatura politica del progetto sarà confermata anche in sede regionale.

La Direttiva Seveso

Da sottolineare che nel procedimento amministrativo in corso non risulta richiesto il parere obbligatorio di compatibilità ambientale territoriale. Direttiva Seveso III, per impianti a rischio di incidente rilevante: il disastro ambientale che ha travolto la valle del Sacco rende non più rinviabile l’adozione di una variante urbanistica in base alla Direttiva Seveso.
È necessario inoltre che il Comune attui la legge regionale Cacciatore (LR n.13/2019) per il riconoscimento di Frosinone come area a grave rischio ambientale.

Le richieste ai candidati

Il Comitato chiede ai candidati a Sindaco di esprimere il proprio parere al biodigestore.
Chiede inoltre che i programmi elettorali contengano un impegno concreto sulla problematica ambientale. Non solo proposte ma anche soluzioni per evitare la duplicazione incontrollata di impianti ingiustificati ed incompatibili dal punto di vista sanitario a difesa della salute e della qualità della vita dei cittadini. Impianti industriali spesso contrari al Piano regionale dei rifiuti, di risanamento della qualità dell’aria, energetico e al mancato rispetto delle Direttive europee che hanno esposto ed espongono Comune, Provincia e Regione anche a ricorsi al Tar del Lazio.

È il momento che gli Amministratori pubblici, riuniti nel Consorzio industriale del Lazio, ridiscutano le condizioni complessive di sviluppo delle attività produttive. Posto che il biodigestore sorgerebbe in zona ASI e nelle immediate vicinanze della discarica Le Lame.
Gli eletti del territorio in Regione e in Parlamento devono far sentire la loro voce a Roma. Prendere posizione contro il biodigestore ed intervenire nelle iniziative normative e legislative. Anche promuovendo l’adozione di una moratoria regionale per salvaguardare realtà come Frosinone, comprese nel sito di interesse nazionale da bonificare (SIN) e in classe 1 per qualità dell’aria.

Nessun passo avanti concreto

La valle del Sacco rimane un nucleo industrializzato, dove si autorizzano nuovi impianti. La bonifica non ha fatto progressi. da un lato si continua ad inquinare e dall’altro manca un progetto di recupero e riqualificazione ambientale secondo un diverso modello di sviluppo.
Vogliamo una nuova classe dirigente che abbia realmente una cultura profonda del bene pubblico al di là delle appartenenze e delle facili promesse elettorali.