La Ciociaria oltre ad essere terra di antiche e nobili tradizioni è senz’altro ricca di meravigliosi e preziosi tesori artistici.
Durante la XX Giornata del FAI Primavera, che si è svolta a Piglio dal 24 al 25 Marzo 2012, Giorgio Alessandro Pacetti, un ricercatore e valorizzatore delle tradizioni locali del piccolo centro montano, ha fatto da Cicerone ai soci FAI, illustrando i preziosi affreschi del 1300 e del 1500 in-custoditi nella chiesa di San Rocco-Madonna della Valle in quanto minacciati dalla forte umidità proveniente dal tetto di copertura (colabrodo).
I soci FAI, amanti delle cose belle, sono venuti a Piglio, famoso per la produzione di vini di alta qualità, alla ricerca di tesori “sconosciuti” ai più visitando:
il Castello Alto e quello Basso, il Convento di San Lorenzo, l’antica casa Massimi-Berucci e la Chiesa di San Rocco Madonna della Valle.
Questa chiesa di San Rocco-Madonna della Valle, ubicata ad ovest del centro storico di Piglio, che nel 1656 fungeva da sepolcreto degli appestati, ha offerto ai numerosissimi visitatori, venuti da Caserta, da Fabbrica di Roma, da Alvito, da Ferentino, da Alatri , da Roma e dai paesi limitrofi, i tesori in essa conservati e cioè:
il polittico del 1300 raffigurante la Madonna delle Rose con bambino in trono, attorniata da San Giovenni Evangelista, dal Beato Andrea Conti, da San Leonardo e da Sat’Antonio Abate. L’affresco, di scuola grottesca napoletana, firmato da “Homo Quidam”, che vuol dire da “un tizio qualunque”, contiene anche dei preziosi graffiti;
l’affresco del 1592 raffigurante la Madonna della Valle e San Giovannino che porge la croce al Bambino, rinvenuto nella parete sinistra della chiesa  il 28 Settembre 2002;
una colonna romana che fa da basamento all’acqua santiera;
una CROCE posta alla sinistra dell’ingresso della chiesa mentre alla parete opposta si intravede il dipinto di un’aquila che oltre ad essere lo stemma del Comune di Piglio è anche lo stemma delle famiglie Conti, Cajetani, Colonna, Borgia, Orsini e Antiochia, E I De Pileo questi ultimi, feudatari di Piglio.
“Ubriacamose” anche con il famoso Cesanese -dice Pacetti- ma cerchiamo anche di valorizzare questi tesori soprattutto in prospettiva di un futuro sviluppo turistico.