Anagni è una città ricca, ricca di storia, monumenti, opere d’arte da fare invidia a qualunque altra città e molto del proprio passato è ancora sepolto e da portare alla luce.
Una città d’arte
Questo enorme patrimonio potrebbe da solo, se gestito in modo serio, portare benessere alla popolazione con uno sviluppo turistico senza precedenti. Questo è il nostro petrolio: il nostro passato, i nostri monumenti, il nostro territorio.
Purtroppo ogni qualvolta ad Anagni si scoprono vestigia importanti di varie epoche, preistorica, ernica, romana, medioevale ecc.. arriva l’ordine della Sopraintendenza  di ricoprire tutto dopo che gli studiosi hanno fatto i loro rilievi e portato altrove (?) quello che hanno trovato.
Il mito della conservazione
Questa oramai consolidata prassi troverebbe giustificazione dal fatto che in questo modo i reperti si conserverebbero meglio vista la incapacità delle amministrazioni comunali di gestirli.
A parte il fatto che non tutte le amministrazioni sono inadeguate ma ricoprendo gli scavi in realtà si rovinano i reperti considerato il cambiamento climatico, l’inquinamento, le piogge acide, il traffico, le costruzioni ecc… I reperti si conservano se tenuti sott’occhio costantemente e protetti adeguatamente.
Invece ad Anagni si è sempre ricoperto tutto : le varie necropoli da Santa Cecilia ad Osteria della Fontane, i siti anche preistorici, i monumenti grandiosi come Villa Magna, il Circo Marittimo e il Tempio di Diana, di strutture abitative importanti con splendidi mosaici come quelli ritrovati presso piazza Innocenzo III , di cisterne ecc…
Tutto questo gigantesco danno fu ed è causato dalla Sopraintendenza e dalle Amministrazioni comunali.
L’ennesimo sfregiò alla cultura
Oggi 18/04/2023 nonostante ripetuti appelli e sollecitazioni si è di nuovo perpetrato l’ennesimo delitto al patrimonio monumentale e culturale della città: in località Osteria della Fontana un sito archeologico importante venuto recentemente alla luce in cui sono emersi reperti appartenenti ad epoca erico-romana caratterizzato dai resti di una (o più) costruzione che conteneva fra l’altro due pozzi di cui uno perfettamente conservato forse di epoca romana ed un altro in parte interrato più antico, è stato ricoperto da una piattaforma in cemento armato per realizzarvi una pensilina per la fermata dei pullman.
I danni arrecati
L’urgenza (elettorale) di ricoprire il tutto ha fatto si che sono stati asportati alcuni elementi in marmo ed altri oggetti fra cui monete senza sapere dove siano stati riposti ma la gravità del fatto sta primo nel non sapere, poiché non sono state fatte indagini accurate, a cosa era destinato il fabbricato, i pozzi ed il resto. Secondo di quale complesso facesse parte. Terzo se ci sono altre testimonianze in strati più profondi. quarto poter finalmente iniziare a delineare la conformazione urbana di quel grande agglomerato che costituiva il famosissimo Compitum Anagninum. Ovvero quel sito, crocevia di strade di collegamento fra il nord ed il sud della Penisola, che accoglieva i viandanti, le merci ed allo stesso tempo comprendeva molti edifici sacri. Luoghi per adunanze civili, altari, un lago, terme, il celebre “bosco sacro a Diana”. Nonché la celebre Villa Magna, una delle più sfarzose residenze imperiali romane.
In conclusione
Moltissimo è ancora da scoprire, molto è stato scoperto e reinterrato ed oggi un altro documento importante è stato sigillato e distrutto con il cemento armato per sempre.

 A cura di Guglielmo Viti