Paziente psichiatrica aggredisce un’infermiera e scatena il panico

Cassino. Aggressione ai danni di un’infermiera. Paziente psichiatrica scatena il panico in reparto.

Una storia che lascia l’amaro in bocca quella che è avvenuta ieri all’ospedale Santa Scolastica di Cassino, dove una paziente psichiatrica ha aggredito un’operatrice sanitaria. Nel tardo pomeriggio una donna, ricoverata poco prima al pronto soccorso, ha percosso violentemente un’infermiera, sollevandola da terra e lanciandola contro il muro. La vittima ha riportato la frattura di un braccio e alcune lesioni.

La paziente, ricoverata più volte presso il reparto SPDC dell’ospedale, ha prima sfogato la sua rabbia verso la struttura, scaraventandosi in un secondo momento contro l’infermiera che stava tentando di calmarla.

A salvare la donna sono stati alcuni colleghi, allontanandole la paziente. Tempestiva la denuncia da parte del sindacato Fp Cisl, che chiede a gran voce l’istituzione di una postazione di Polizia all’interno della struttura sanitaria.

Violento incidente. Tre i feriti

Violento incidente. Tre i feriti

Le dichiarazioni

Dure le parole del Segretario Generale della Cisl Funzione Pubblica di Frosinone Antonio Cuozzo e della Responsabile Cisl Funzione Pubblica del Polo D Rosaria Piscopo “Quanto accaduto all’interno dell’ospedale di Cassino è gravissimo. Ancora una volta assistiamo ad un’aggressione subita da un operatore sanitario che stava svolgendo il proprio lavoro. Una vicenda che non può essere tollerata e che necessita di un intervento forte e immediato per risolvere questo annoso problema. Occorre che i vertici aziendali garantiscano maggiori controlli e più sicurezza soprattutto in quei reparti che sono maggiormente a rischio come il reparto di Spdc e del Pronto soccorso. Infatti, al di là della presenza di un unico vigilante non armato per l’intero presidio ospedaliero, al pronto soccorso è presente un punto di polizia solo nella mattinata e durante i giorni feriali. Questo non è ammissibile perché occorre garantire sicurezza 24 ore su 24, 7 giorni su 7. I nostri operatori, di cui si sono decantate le lodi in piena emergenza pandemica, non possono essere lasciati soli ma devono essere tutelati”