C’è stato un tempo in cui gli italiani erano migranti. Niente hotel 3 stelle per loro, niente “pocket money”, nessun vitto gratuito.

Vitto e alloggio dovevano faticosamente essere sudati, nelle miniere per esempio, come quelle di Marcinelle in Belgio.

Gli italiani erano sporchi, malnutriti, sfruttati e lavoravano in condizioni di sicurezza precarie.

Oggi 8 agosto cade l’anniversario del tragico incidente che accadde nella miniera di Bois Cazier, in Belgio, nella località di Marcinelle.

I morti furono 262, i sopravvissuti 13, di cui 6 feriti gravemente. 136 dei deceduti erano immigrati italiani.

L’incidente però non è l’unico, ma è il terzo per numero di vittime italiane preceduto da quello di Monongah e quello di Dawson.

La miniera di carbone di Marcinelle era una delle tante sparse nel Belgio, dove si riversarono 142 mila stranieri nel dopoguerra, 44 mila di questi erano italiani.

Cosa accadde

La dinamica dell’incidente fu un susseguirsi di eventi, che iniziò con dei vagoncini caricati su un montacarichi, che urtarono una putrella del sistema di invio.

La putrella a sua volta tranció le condotte dell’aria compressa, una condotta dell’olio, due cavi della tensione e i fili del telefono.

Questa concatenazione di rotture fu la causa di un imponente incendio che avvenuto sul pozzo d’entrata invase con il fumo tutta la miniera.

Il fumo fu il principale killer dei minatori, l’incendio tagliò le vie di fuga e l’allarme non fu possibile darlo immediatamente, perché il telefono non funzionava.

I poveri lavoratori morirono soffocati e intossicati dal monossido di carbonio, avrebbero forse avuto giustizia?

Dopo l’incidente

Il processo che seguì assolse 5 imputati condannando solamente l’ingegnere Calicis a 6 mesi e al pagamento di 2000 franchi belgi. Uno schiaffo per i familiari delle vittime.

Per gli eredi fu previsto un risarcimento che comunque fu contrattato, come se la vita umana avesse un prezzo.

Considerazioni personali

Una vicenda che ricorda da molto vicino la più recente tragedia della Thyssen Krupp.

Incidenti che purtroppo continuano ad accadere nonostante le tecnologie di sicurezza siano all’avanguardia. Solamente nel 2019, in Italia sono morte 1089 persone sul lavoro.

Spesso la causa è la disattenzione, l’errore umano, dovuto alla stanchezza per turni massacranti o per l’età avanzata dei soggetti costretti a lavorare per una pensionabilità sempre più lontana.

Ma altrettanto spesso la colpa è dei datori di lavoro, che per risparmiare non operano in sicurezza o costretti a farlo per colpa delle tasse sempre più opprimenti.

Eppure, l’economia è il motore del paese e per farla muovere è indispensabile avere operai e lavorino bene e producano senza pressioni.

Alcune aziende fortunatamente, offrono premi in denaro o addirittura le vacanze pagate ai propri operai, per motivarli e ringraziarli. Basterebbe seguirne l’esempio…