Trevi nel Lazio, un sospetto caso covid ha mandato su tutte le furie una mamma trebana, che ci ha contattati per raccontarci cosa è accaduto a suo figlio di anni 10, che frequenta il locale plesso scolastico.

“Questa mattina il bambino dopo diverse ore che indossava la mascherina, portando anche gli occhiali”-ci ha raccontato-“sforzando la vista, perchè gli occhiali si appannavano, ha comunicato alla maestra che accusava un lieve mal di testa e la maestra lo ha accompagnato nella stanza covid, dove è stata misurata la temperatura ed il termoscanner scolastico dava una temperatura che oscillava tra i 39° ed i 40°”.

A quel punto vi hanno chiamati?

“Sono stata contattata dalla scuola, che mi ha comunicato cosa stava accadendo. Io mi trovavo sul posto di lavoro a più di 40 km da Trevi, perciò è andata mia madre a prendere il bambino e lo ha condotto a casa, dove abbiamo misurato la temperatura con due differenti termoscanner ed un termometro ascellare al mercurio e la temperatura oscillava tra i 36,4° e i 36,6°.”

La scuola come si è comportata?

“La scuola come da dpcm ha giustamente attivato il protocollo covid, inviando una mail alla segreteria del Piglio e comunicando che il bambino aveva una temperatura tra 39/40°. Io mi sono messa in contatto con loro e mi hanno spiegato che per far rientrare il bambino a scuola era necessario un certificato medico. Tuttavia il dottore non mi può effettuare il certificato, se non dietro l’esito negativo di un tampone”.

La rabbia della mamma trebana è comprensibile, anche perchè ci ha  spiegato che ci sarebbero stati altri casi di malfunzionamento dei termoscanner scolastici, di cui l’ultimo circa un paio di mesi fa.

“In tutto ciò io sono veramente scioccata, il bambino è provato”-ha proseguito-“mio figlio continua a dire che sta bene, che vuole tornare a scuola!”

La signora ci ha raccontato di essersi rivolta all’Amministrazione Comunale per sapere se ci fosse un responsabile del materiale scolastico al comune, al quale rivolgersi per risolvere il problema, ma che “l’amministrazione se ne è lavata le mani facendo uscire un comunicato su facebook”.

Nello specifico il comunicato dell’Amministrazione Grazioli è stato il seguente:

“In relazione ad alcune polemiche apparse sui social e’ utile ribadire che il materiale di supporto alla gestione in sicurezza delle lezioni come termoscanner e quant’altro e’ di esclusivo appannaggio della scuola stessa, che provvede sia all’acquisto che alla gestione dello stesso.
Pertanto ogni polemica in tal senso e’ fuori luogo.
L’amministrazione comunale”
Ed effettivamente corrisponde al vero quanto dichiarato dall’Amministrazione, anche se “avrebbe potuto quantomeno interessarsi alla questione non con un comunicato di discolpa, ma con un sollecito alla scuola, a provvedere alla verifica dei presidi sanitari in uso”.
“Mio figlio sta bene …”-ha insistito la mamma-“… e se l’esito del tampone sarà negativo, ci riserveremo di adire a vie legali”.

In conclusione

Sperando che al più presto sia verificata l’efficacia dei presidi sanitari, o eventualmente sostituiti gli apparati difettosi. La nostra Redazione rimane a disposizione per eventuali repliche da parte della scuola o dell’Amministrazione Comunale.