Il 17 marzo 1861 a Torino si riunì il primo Parlamento e venne proclamato il Regno d’Italia.,
Il ricordo del 17 marzo italiano, equivale al 14 Luglio francese e del 4 Luglio americano dice lo storico locale Giorgio Alessandro Pacetti secondo cui a causa della pandemia, oggi tutte le iniziative per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio della storia e della cultura risorgimentale tra i giovani e la diffusione di quegli ideali di libertà e democrazia che tale patrimonio hanno alimentato sono tutte annullate.
La legge per ricordare solennemente tale data, porta la firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,  e fu pubblicata nel mese di Giugno 2010.
Un pò di storia.
Correva l’anno 1860, il giorno 26 del mese di Ottobre quando il Re Vittorio Emanuele II si incontrò a Teano con il Generale Giuseppe Garibaldi, che partito da Quarto con 1089 garibaldini (tra questi numerosi civili e volontari) alla volta della Sicilia, dopo aver liberato tutta l’Italia Meridionale, sbaragliando l’esercito borbonico, proprio a Teano consegnò le regioni da lui liberate che furono annesse al Piemonte.
Testimonianze dirette dello storico incontro furono gli articoli riportati su alcuni giornali d’epoca.
Il quotidiano Roma del 27 Ottobre 1860 n° 300 della cronaca di Napoli così riportava:
Uno storico incontro: Vittorio Emanuele stringe la mano al Generale Garibaldi… verso le ore 8 e messo antimeridiane, il Re si trovava sulla Strada Caianello-Teano, al bivio della chiesa di Borgo, ivi gli andava incontro il Generale Garibaldi: quindi a fianco a fianco per dieci minuti, fino a Teano. A Porta Romana, si separavano.
I Due si parlarono da soli per circa 10-20 minuti, cosa si siano detti, sono tutte supposizioni, ma lo si può dedurre dagli avvenimenti che seguirono.
Dopo una stretta di mano, si presume, si lasciarono alle porte di Teano a Porta Romana.
Il Re prese alloggio a Teano nel palazzo del principe Santagapito ove fino alle due di notte avevano alloggiato i Borboni: il conte di Trani, i generali Salzano e Ritucci mentre nella piazza bivaccavano i soldati borbonici.
Questi, al sopraggiungere dei garibaldini, dopo una breve sparatoria, montarono a cavallo e si ritirarono verso Sessa. Garibaldi con Mario, Missori, Nullo e Canzio, si fermò, per circa un’ora, in una vicina stalluccia al largo Muraglione, per far riposare il suo cavallo e consumare un frugale pasto.
Per colazione il Dittatore (Garibaldi) mangiò pane, formaggio e bevve del vino e per frutta tre fichi offertigli da un contadino, che il Generale ripagò con una moneta d’argento. Ai curiosi che erano accorsi a rendergli omaggio disse di andare a salutare il Re.
Era lui che ora dovevano ossequiare”.
Altra testimonianza è fornita dal Libro “L’assedio di Gaeta e gli avvenimenti militari del 1860-1861 nell’Italia Meridionale”.
A scrivere questo libro, avvalendosi di tutti i documenti ufficiali è il Colonnello Cesare Cesari che lavorava all’Ufficio Storico del Ministero della Guerra.
Nel libro, quando tocca il capitolo del famoso incontro tra il Re Vittorio Emanuele II e il Generale Giuseppe Garibaldi scrive:
In quello stesso giorno, il (26 Ottobre 1860) presso il ponticello di san Cataldo, a circa 200 metri dalla chiesa di Borgonuovo, dove la strada di Caianello dopo la salita di san Nicola fa un gomito che gira verso Teano, aveva luogo quello “Storico Incontro” fra Vittorio Emanuele e Garibaldi, che segnava l’unione di due eserciti e di due regni.
Qui Re Vittorio fu salutato dal Dittatore (Garibaldi) col titolo di Re d’Italia, i due Grandi, dopo un breve colloquio proseguirono insieme per Teano, dove giunti si separarono”.
Un’altra testimonianza viene da Leopoldo Giovannelli, riportata dal Giornale la “Tribuna del 24 Agosto 1907 n° 234”.
Ne riportiamo il testo a firma del giornalista Carlo Cipriano.
Vittorio Emanuele e Garibaldi avanzarono, soli, l’uno incontro all’altro, e quando furono un po’ vicini, Garibaldi, con la sua voce squillante, alzando la destra senza togliersi il berretto, esclamò- Salute al re d’Italia – al che il Re rispose con grande enfasi spontanea – Saluto il mio migliore amico! – Quindi messi i cavalli a fianco a fianco, i due personaggi si abbracciarono e si baciarono”.
Nell’epoca attuale, purtroppo, ogni iniziativa finalizzata alla celebrazione della nascita del Regno d’Italia, avvenuta in seguito all’incontro di Teano, ha perduto entusiasmo e memoria a causa della pandemia che, da ben due anni, sta rendendo impossibile la realizzazione di qualsiasi iniziativa volta a tener desti avvenimenti storici civili e religiosi; anche se il loro valore e la loro importanza restano vivi nell’animo di noi Italiani.

Giorgio Alessandro Pacetti