In ambito separativo una delle prassi maggiormente utilizzate dalle ex-mogli e relativi legali nei confronti del marito sono le false denunce strumentali.

False per il semplice motivo che in costanza di matrimonio o convivenza non vi era alcun problema, né alcun riscontro concreto rispetto ai fatti reclamati posteriormente alla separazione. Dopo invece diventa  tutto un fiorire di stalking, maltrattamenti, violenze fisiche e verbali riversate sul malcapitato di turno.

Strumentali in quanto rispondono sempre ad una logica di convenienza per la donna : richiesta di risarcimento in denaro, affido esclusivo dei figli, desiderio di vendetta, distacco dei figli dal padre.

Verrebbe da pensare qualcosa del tipo : ” beh, se il padre non ha fatto nulla non deve temere…”
Nulla di più sbagliato, la macchina  del sistema giuridico si mette in moto e diventa impresa improba uscirne fuori senza danni, fosse già solo per la questione economica nel dover affrontare tutte le spese giuridiche del caso.
Secondo il principio ” la donna avrà dei buoni motivi per denunciare “ il tutto si sbilancia in partenza, spesso e volentieri in assenza di concreti atti probatori la ex-moglie potrebbe essere creduta a prescindere.

A differenza di quanto si crede in genere le ” vere vittime “ non sono quelli ingiustamente denunciati che dopo anni di calvario riescono a farsi assolvere, bensì quelli che dopo la battaglia giudiziaria vengono condannati.

Per questi ultimi non vi è considerazione alcuna, neppure dagli ” ambienti amici “, eppure non dovrebbe esser difficile capire… nel recente passato un buon padre messo alla gogna per questi fatti ha deciso di farla finita !
Condannato due volte a seguito di falsa denuncia ha scritto e gridato in tutti i modi la sua estraneità ai fatti contestati fino a giungere al tragico atto finale. Nessuna associazione  è nessun politico hanno speso due parole per lui.

Incontro Mauro ( nome di fantasia ) che mi spiega della sua vicenda :

” Una vita matrimoniale intensa apparentemente senza problemi, poi all’improvviso la rottura voluta da lei”
s’interrompe…
” per carita’ la separazione ci sta’, ma cavolo dopo tutti gli anni passati insieme, ho fatto da padre alla sua figlia poi è anche arrivato nostro figlio che adesso non vedo più”

s’interrompe… domando : hai avuto delle denunce?

” si ma in modo strano, all’inizio tutto bene così sembrava, poi dopo che non ho accettato la separazione consensuale han cominciato a fioccare le denunce na’ bella botta, ho fatto il possibile e mi son difeso ma non c’e’ stato nulla da fare”

In che senso ?

” nel senso che sono stato processato e assolto ma il PM ha chiesto l’appello, un esperto locale mi ha detto che quando il PM chiede l’appello vogliono la condanna e così è stato”

perché dici ” vogliono” al plurale?

” così mi ha detto l’esperto penso si riferisse a più parti coinvolte, in appello tutto è cambiato fin dal momento che ho messo piede in aula l’ostilità verso di me era ai massimi livelli, hanno eseguito una condanna già scritta”

e adesso?

” e adesso niente dopo tanti anni non posso continuare ad ingaggiar avvocati, mi chiederanno anche un risarcimento che non so come pagare”
si arrabbia e se ne va.

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Angelo Saimandi