Hai risolto un bel problema e va bene così, ma poi me ne restano mille… Questo dice la canzone tormentone dell’estate che Fedez interpreta insieme ad Achille Lauro e Orietta Berti. E lui, il rapper sempre in guerra, pare aver gradito la parte dei mille problemi che gli restano. Tant’è che ora ne ha uno nuovo: la promessa di una querela dal Codacons.

L’associazione replica duramente a Fedez e lamenta che li attacca insultandoli. Il Codacons risponde ad un video che oggi il cantante ha pubblicato sui social nel quale si lamentava di aver ricevuto “l’ennesima raccomandata” dall’associazione. Il Cantante nel video dice di non poterne più e di essere perseguitato dal Codacons.

E il Codacons puntualmente risponde con una nota: “Ha nuovamente attaccato l’associazione dei consumatori ricorrendo ad insulti e violenza inaccettabili. Evidentemente Fedez non ha letto la nostra istanza, e se l’ha letta non l’ha capita, dimostrando leggerezza e superficialità”.

Meglio spiegare

L’atto “presentato dalla nostra associazione e a cui il rapper fa riferimento è finalizzato proprio a tutelare le raccolte fondi come quella avviata da Fedez. Serve a garantire trasparenza e correttezza ai donatori circa la destinazione e l’utilizzo dei soldi raccolti. Una richiesta, come si legge nell’atto, che chiama in causa anche i recenti fatti di cronaca, come il caso di Malika che ha tenuto banco sulla stampa per giorni e ha minato la fiducia dei cittadini verso le iniziative di beneficenza. In questo non c’è alcun paragone con la raccolta di Fedez”.

Codacons reagisce

Nella nota l’associazione anticipa che intende querelare Fedez per diffamazione, perché lui li ha attaccati con arroganza e con insulti. Affermano che il suo video sia menzognero e violento nei loro confronti.
Dal Codacons c’è anche la considerazione che l’artista avrebbe potuto evitarsi questa querela “se solo avesse letto (e compreso) l’atto che gli è stato notificato”.

Il sarcasmo

Una vena di ironico sarcasmo chiude la comunicazione del Codacons: “In favore dell’influencer stanziamo volentieri una piccola somma per pagare un giovane docente di italiano che, da oggi, manderemo a casa di Fedez quando dovrà leggere atti da noi scritti, per essere certi che li legga e li comprenda a fondo”.

Tanto rumore per nulla?

No, stavolta sono davvero ai ferri corti e tutto lascia presagire che la battaglia alla quale stiamo per assistere sarà di quelle nelle quali “non si fanno prigionieri“. Non è facile schierarsi e di certo questo non spetta a chi riporta la notizia. Saranno gli eventi dei prossimi giorni a stabilire gli equilibri e soppesare i fatti.

Alcuni si sono domandati perché mai il Codacons abbia preso così di petto il video di Fedez, se questo altro non è che un travisamento di quanto riporta la raccomandata. Non sarebbe bastato rispondere con la stessa ironia usata nella nota e glissare ad una accusa che per l’associazione è evidentemente infondata?
Va fatto notare che sulla pagina social del Codacons, in seguito al video, si è scatenato un putiferio. Sebbene ci sono anche alcuni che “prendono le parti” dell’associazione, sono moltissime le reazioni velenose e le accuse più che violente. L’episodio ha generato una campagna d’odio tale che a questo punto non può che dirimersi in sede legale, pena la perdita di credibilità del Codacons, fomentata dai tanti che si sono accodati al rapper.

Tra i tanti messaggi su Facebook è interessante questo di una utente che chiede perché mai non pubblicano l’atto in modo che tutti possano leggerlo. Codacons prontamente pubblica l’atto.


Altri commenti (di quelli non troppo estremi).