I guai per il popolo pigliese iniziarono 78 anni fa. Precisamente il 18 Marzo del ’44 quando fu colpito a morte un soldato tedesco in località “Pompiano”.
La tanto sospirata grazia da parte del maresciallo Kesserling arrivò pochi istanti prima che il plotone di esecuzione si avviasse con dieci ostaggi. Fu grazie all’interessamento del compianto Mons. Attilio Adinolfi, vescovo di Anagni, del padre gesuita Hiemer, professore al Pontificio Collegio Leoniano di Anagni e di don Filippo Passa. I diplomatici si adoperarono presso quelle autorità negli alti comandi tedeschi di Roma a chiedere salvezza e strappare alla morte giovani innocenti.
Il numero delle vittime fu ridotto a cinque, fucilati il 6 Aprile ’44 in località “Mole di Paliano” quasi tutti membri della stessa famiglia Dell’Omo.
Questi i loro nominativi: Pietro, Romolo, Alfredo, Alessandro Dell’Omo e Antonio Colavecchi, i cui corpi sono stati sepolti nel cimitero di Paliano.
L’eccidio del 6 Aprile deve servire a noi, impotenti nel decidere le sorti del mondo, per riflettere e consolidare quei sentimenti forti di ambasciatori di Pace nel Mondo che si impegnano giornalmente anche per aiutare i più bisognosi e i disagiati sociali ma anche gli sfortunati che in questo periodo sono vittime come il popolo ucraino
Solo così sarà possibile conservare la pace nella nostra terra e non vanificare i morti, i lutti e le distruzioni che il maleficio della guerra riservò in quel giorno ai pigliesi.
Giorgio Alessandro Pacetti