La camera vota la fiducia al governo. Passa il decreto ex Ilva

Roma, 14 ottobre. Il neoeletto presidente della Camera è il deputato della Lega Lorenzo Fontana, ex ministro della Famiglia e degli Affari europei.

Questa mattina, a seguito della quarta votazione, è stato eletto il presidente della Camera dei deputati, con 222 voti, a fronte di una maggioranza richiesta di 197 su 392 votanti. A proclamarlo è stato il presidente provvisorio dell’Assemblea Ettore Rosato.

“Onorevoli colleghi, è con forte gratitudine e grande commozione che mi rivolgo per la fiducia, ringrazio chi mi ha votato e chi no. Sarà mio onore dirigere il parlamento”, queste le parole del neopresidente Fontana, durante il suo intervento post proclamazione.

“La camera rappresenta le diverse volontà dei cittadini: la nostra è una nazione multiforme con diverse realtà storiche e territoriali che l’hanno formata e l’hanno fatta grande: la grandezza dell’Italia è la diversità. Interesse dell’Italia è sublimare la diversità”, prosegue Fontana.

Grande la soddisfazione del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, che accoglie l’elezione del suo fedelissimo con un applauso.

La votazione non è stata esente dalle polemiche, prima quella sollevata dai deputati del Pd Rachele Scarpa, Sara Ferrari e Alessandro Zan. I tre hanno esposto uno striscione con la scritta “No a un presidente omofobo pro Putin”. Il chiaro riferimento è a colui che poche ore dopo sarebbe effettivamente salito al banco. Il presidente provvisorio Ettore Rosato ne ha chiesto l’immediata rimozione.

Contrario all’elezione del leghista sarebbe anche Enrico Letta, che su Twitter scrive “L’Italia non merita questo sfregio”.

In risposta alla vittoria di Fontana, nel Partito democratico spunta l’ipotesi di schierare alla vicepresidenza un profilo diametralmente opposto. Il nome più gettonato sarebbe Alessandro Zan, paladino dei diritti della comunità Lgbtq+ e ideatore del celebre decreto legge mai approvato, ma fortemente voluto dal Nazareno.