Tortura la figlia per mesi. Arrestata una 29enne

Roma. Torture ad una neonata per mesi. Sotto accusa la madre.

La protagonista della terribile vicenda è una 29enne di Varese, accusata di aver torturato la figlia di un anno e mezzi per mesi. La donna le avrebbe procurato vere e proprie ustioni spruzzandole addosso uno spray deodorante per adulti. Per settimane la bambina è stata ricoverata da vari ospedali, senza che i medici riuscissero a comprendere la natura delle lesioni. Da una prima ricostruzione sembra che l’obiettivo della donna fosse proprio quello di far soggiornare la piccola il più possibile nelle strutture sanitarie.

La ricostruzione

In tre occasioni la donna aveva portato la bambina in altrettante strutture ospedaliere della zona. I medici, osservando le irritazioni su braccia e corpo della piccola, non erano riusciti a rintracciare l’origine delle lesioni, nonostante le decine di test clinici. Le cose sono cambiate durante l’ultima degenza, quando, non notando nessuna patologia, i medici hanno cominciato a sospettare che le lesioni fossero indotte dall’esterno. Da un’indagine più accurata su campioni di pelle, sangue e capelli, è emerso un elevato livello di alluminio.

Litiga con la compagna dell’ex. Denunciata per lesioni

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La denuncia

Il personale ospedaliero ha dunque allertato il Dipartimento fasce deboli della procura di Milano. Immediata l’apertura di un fascicolo, per opera del pm Pasquale Addesso. L’indagine, affidata alla Squadra Mobile, si è concentrata sulla madre, sempre presente al fianco della bambina.

Dalle immagini delle telecamere ospedaliere emerge che la madre, in molte occasioni, avrebbe afferrato la piccola e dopo averla svestita si sarebbe avvicinata con un oggetto cilindrico. Dai microfoni risulterebbe evidente il suono di uno spray e il pianto disperato della piccola subito dopo essere stata colpita dal getto.

Lo spray sarebbe un deodorante per adulti al talco, con tracce di alluminio al suo interno. Il contatto prolungato della sostanza con la pelle di un bambino così piccolo sarebbe sufficiente a provocare lesioni di grave entità.

Si tratterebbe dunque di un’azione del tutto consapevole e volontaria da parte della madre, che si è difesa recusando la colpa di fronte ai medici, alla richiesta mostrare il deodorante.

La donna verrà sottoposta ad indagini psichiatriche per stabilire se sia affetta da depressione o altre patologie di natura psichica. La piccola è stata affidata ai Servizi Sociali.