Piglio: E’ terminato il ritiro spirituale dei frati e suore di “Maria Immacolata” nel Convento di San Lorenzo.
Si è concluso il ritiro spirituale dei frati e suore di “Maria Immacolata” che amano molto questo sacro convento in cui spesso, già in passato, si sono raccolti in preghiera.
Nota del cronista
Il convento addossato alle falde del monte Scalambra e restaurato, offre pace e tranquillità e soprattutto splendide visioni panoramiche consentendo, soprattutto in condizioni metereologiche ottimali, di spingere lo sguardo verso l’orizzonte più lontano, quasi a sfidare l’osservatore a ricercare e riconoscere le varie località sottostanti.
Nelle notti serene poi la vallata, punteggiata di mille luci, richiama l’idea del Presepe realizzato dal ven. P. Quirico Pignalberi nella fine degli anni ’50.
In questo luogo sembra di vivere in un’altra dimensione, tutto ci richiama alla preghiera, alla bellezza del creato ed alla grandezza del Creatore”.
Nel sacro convento di San Lorenzo una volta sede di noviziato tanti frati “Conventuali” della Provincia Romana hanno saputo onorare la loro professione religiosa lasciando splendide testimonianze di coerenza nella sequela della spiritualità del loro Serafico Padre S. Francesco.
Questo sacro luogo ha ospitato Santi, Beati, Venerabili e Umanisti: Benedetto da Piglio, P. Francesco Rutini, P. Felice Guanciali, San Carlo da Sezze, San Massimiliano Kolbe, solo per citarne alcuni.
Il Convento del Piglio custodisce inoltre le spoglie del Beato Andrea della nobile famiglia dei Conti, che per umiltà rifiutò ogni onore e la stessa nomina cardinalizia, preferendo continuare la sua vita ascetica ed eremitica in una grotta di difficile accesso, creata dalla erosione e spaccatura di una parete in pietra dove visse oltre 40 anni nella povertà più assoluta, nella preghiera e nella meditazione e quelle del ven. P. Quirico Pignalberi (morto in concetto di santità ad Anzio il 18.07.1992) che riposano nella cappella del S. Cuore ricavata all’esterno della Chiesa, al termine di un vialetto alberato.
E’ questo un luogo di pace di meditazione, di preghiera, perché ogni pietra, ogni pianta, ogni elemento del creato parla dell’Altissimo, dell’umiltà francescana, dell’opera santa di molti frati, della bellezza della natura, della preziosità del ritiro, del silenzio interiore della preghiera del cuore, come eco impercettibile della spiritualità del Poverello di Assisi che, recandosi a Subiaco da San Benedetto, passò in questo luogo e vi fondò un eremo.
Questo luogo è veramente un’oasi di pace, di spiritualità, di invito al raccoglimento: è un patrimonio di sacre memorie da conservare, tutelare e onorare.
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Giorgio Alessandro Pacetti