PIGLIO: Un paese che si sforza di non morire.

 

Un tempo il rustico Borgo chiamato Civita di Bagnoregio rappresentava lo “status-symbolo” di un paese in svendita, meglio conosciuto come la “Città che muore”.

 

Ma quanto a Civita è imputabile a causa di irreversibili dissesti geologici, negli altri centri come Piglio la malattia, certamente di natura diversa, deve essere ancora diagnosticata.

 

Il processo di industrializzazione di alcuni centri limitrofi ha gradualmente fatto scomparire nel centro storico di Piglio non solo le osterie, i negozi di generi alimentari ma anche le “botteghe” degli artigiani dove, specialmente gli anziani, usavano ritrovarsi per una conversazione, uno scambio di idee, di notizie, di avvenimenti.

La crisi del centro storico

Nel centro storico di Piglio, infatti, sono quasi del tutto estinte le antiche arti: quella del sarto, del falegname, del fabbro, del calderaio, del ciabattino, del lattoniere e soprattutto, del maniscalco perchè asini, cavalli e muli sono ormai una rarità!

 

Mentre gli esercizi pubblici a partire dall’Arco della fontana verso il centro storico sono spartiti supertiti sono solo un barbiere, una sarta, una tintoria, due ristoranti, numerose, invece, sono le attività che si snodano lunga la strada Provinciale Piglio-Altipiani di Arcinazzo.

Il problema dei parcheggi

Dal civico n° 68 di Via Piagge alla “Giravota”, infatti, c’è un pullulare di esercizi pubblici: un negozio di elettrodomestici e di parrucchiere, ambulatori medici, uno studio legale, la banca Unicredit, abbigliamento intimo, un’agenzia di consulenza, l’ufficio postale, due negozi di abbigliamento, una cartolibreria, una farmacia, un salone di parrucchiere, un pub, un bar, un’agenzia di pompe funebri, una tintoria, un’edicola con tabacchi, e non ultima, a partire da mercoledì 8 dicembre p.v. al civico 209 di Via Piagge aprirà la “Boutique della Frutta, tanto che i due parcheggi realizzati dalla Civica Amministrazione sotto la Piazza dell’Innominato non sono sufficienti a contenere tutte le auto lasciate dai clienti per fare gli acquisti intasando così la strada provinciale.

 

Nel futuro ci si augura che qualche altra attività venga promossa anche nel centro storico in modo che Piglio possa essere rivitalizzato.

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Giorgio Alessandro Pacetti