Sono molte le polemiche che sono sorte di fronte al nuovo affondo del “politicamente corretto” con il remake della Sirenetta, con Ariel interpretata da un’attrice di colore.

L’uscita ufficiale è prevista per maggio 2023, ma il trailer del film ha fatto arrabbiare parecchie persone. Secondo i portavoce del dissenso, l’attrice afroamericana Halle Bailey non è indicata per questo ruolo.

“Non si tratta di razzismo” scrive un utente, “ma non si può cambiare il colore della pelle ad un personaggio che nasce bianco, in un contesto in cui non c’entra nulla”. La Sirenetta nasce infatti dalla fantasia dello scrittore danese Hans Christian Andersen nel 1837, quando il multiculturalismo ancora non esisteva.

Ora, se la società si evolve e muta, non sta a noi giudicare. Ma cosa direbbero le persone di colore, se venisse fatto un remake con un attore caucasico su Blade? Il personaggio della Marvel Comics è un ammazzavampiri di colore, cambiarne l’etnia sarebbe uno stravolgimento insensato.

Sembrerebbe però che i cinesi in particolare, non abbiano gradito la scelta della Disney. Nelle ultime ore sta girando un fotomontaggio che vede l’attrice Bailey nei panni della sirenetta “sbiancata” e tornata al colore originale. Il post sta girando nei forum e nei social annunciando che la Cina ha messo a punto una tecnologia per decolorare l’attrice in tutto il film.

Chiaramente non ci sono notizie ufficiali, e quasi sicuramente potrebbe trattarsi soltanto di una grossa bufala, imbastita proprio da coloro che si sono stancati dell’asfissiante morsa del politicamente corretto. Una nuova tendenza che invece di creare inclusione sta portando ancora più divisione. Una strategia che non prevede l’entrata di soppiatto dei personaggi di colore, o transgender o omosessuali. Ma che sfonda apertamente e con prepotenza le porte, in  una società ancora lontana dal multiculturalismo d’oltreoceano.

D’altronde basti pensare che ancora oggi, nonostante siano centinaia di anni che gli USA sono una nazione multiculturale, il razzismo è ampiamente diffuso, sia verso i neri, quanto verso i bianchi. Etnie e culture radicali diverse tra loro, sono costrette a convivere a stretto contatto con tutte le problematiche che ne conseguono.