Un impianto sottopelle che può essere letto con un qualsiasi dispositivo a tecnologia NFC, la stessa che usiamo con lo smartphone per i pagamenti contactless.
Il Chip sottocutaneo potrebbe contenere ad esempio il Green pass, che alla richiesta potrà essere letto senza necessità di portare con se la stampata del certificato con tanto di codice QR o senza bisogno di mostrare l’immagine sul cellulare.

L’Azienda

La proposta (che alcuni leggono come una trovata pubblicitaria) arriva da una azienda svedese, la Epicenter. Il Capo della distribuzione della Società, Hannes Sjöblad afferma che con tale sistema si semplificherà molto l’operazione appunto del Green pass. Lascia intendere che le applicazioni che potrebbero essere implementate in tale sistema sono molteplici. Un chip sottopelle potrebbe infatti assolvere a pagamenti, documenti di identità, conservazione di “chiavi d’accesso” pronte all’uso e così via…

Meglio sottopelle

La differenza nell’avere dei dati personali impiantati sotto pelle e averli nel telefonino è che la batteria del nostro smartphone può scaricarsi, mentre i dati nel chip sono sempre disponibili. Da Epicenter spiegano che la procedura di implementazione dei dati è sempre reversibile e non c’è necessità di ricorre ad un’App per funzionare. Poi restando nell’esempio del passaporto vaccinale, spiegano che il microchip può essere inserito nel braccio o nella mano (tra indice e pollice), poi basta avvicinare un lettore per verificare lo stato vaccinale dell’utente.

Una sperimentazione già collaudata

L’azienda già nel 2015 aveva annunciato l’utilizzo di questa tecnologia. Aveva impiantato a un centinaio di dipendenti il microchip e questo consentiva loro di accedere a periferiche aziendali, aprire porte o acquistare prodotti nel bar interno, con il semplice movimento della mano. L’inserimento avviene con una semplice iniezione e la trasmissione tra chip e lettore avviene grazie alla trasmissione elettromagnetica.

Timori giustificati

Al momento la proposta è accolta piuttosto freddamente dai vari ambienti, e l’evocazione di un futuro da fantascienza con una sorta di grande fratello che ci controlla, avviene quasi in automatico. Ci vorrà probabilmente un po’ di tempo perché tecnologie simili divengano parte integrante delle nostre vite e quando succederà avremo una preoccupazione in più per la tutela della privacy. Non esiste forse la pirateria informatica che grazie ad hacker smaliziati riesce a violare dati personali e conti correnti? Perché allora non ci si dovrebbe preoccupare di un chip sottocutaneo?